L’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo vuoto, praticamente senza utenti. Pochissime le persone che oggi sono andate nel centro vaccinale per ricevere la dose di vaccino anticovid. Molti dei presenti hanno atteso pochissimi minuti per la seconda dose di Pfizer. “La verità è che si è innescata la psicosi da AstraZeneca perché in Sicilia si sono registrate alcune vittime a causa delle trombosi – dice Mario La Rocca, dirigente generale del dipartimento regionale per la pianificazione strategica e dirigente generale ad interim del dipartimento regionale delle attività sanitarie e dell’osservatorio epidemiologico – ma ancora deve essere dimostrato il nesso con la vaccinazione e non va affatto bene. Abbiamo avuto un’eccezionale risposta dall’Open weekend appena passato, ma temo che il prossimo fine settimana andrà diversamente, nel senso che non ci sarà tanta gente”.
La Rocca torna a lanciare un appello ai cittadini a vaccinarsi: “Forse i siciliani non hanno compreso che se non ci vacciniamo tutti subito prima o poi prenderemo il Covid, visti anche i numeri di questi giorni. Dobbiamo prendere esempio dagli inglesi, che hanno fatto AstraZeneca e adesso hanno potuto riaprire tutto. E’ inutile e controproducente continuare a scappare dal vaccino”. A rilanciare la possibilità di vaccinazioni a tappeto è il commissario per l’emergenza Covid a Palermo Renato Costa: “Non c’è bisogno di prenotazione, invito i cittadini che sono in target a venire in Fiera, li vacciniamo subito senza la necessità di prenotare. Vaccinarsi è indispensabile”.
Intanto si sblocca la pratica Johnson&Johnson. L’Agenzia europea del farmaco (Ema) riconosce “possibili” legami di causa-effetto tra il vaccino Janssen e gli eventi “molto rari” di trombosi cerebrale che si sono verificati negli Usa. Si legge in una nota dell’Agenzia Ue nella quale si precisa però che i benefici superano i rischi. Tutti gli eventi rari di trombosi cerebrale “si sono verificati in persone di età inferiore a 60 anni entro tre settimane dalla vaccinazione”, la maggior parte dei quali nelle donne. “Il comitato per la sicurezza dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha concluso che alle informazioni” del bugiardino “sul prodotto per il vaccino Janssen dovrebbe essere aggiunto un avvertimento su coaguli di sangue insoliti con piastrine basse. Inoltre gli eventi dovrebbero essere elencati come effetti collaterali molto rari del vaccino”. Si riunisce oggi la Commissione tecnico-scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che a breve darà il via libera alla prima fornitura: da giorni, infatti, 184 mila dosi del siero sono conservate a Pratica di Mare, in attesa di essere distribuite alle Regioni.
Martello: “A Lampedusa mancano tamponi e vaccini”
“L’Usca non fa i tamponi a chi arriva nelle Pelagie. Mi dicono che i sanitari sono pochi. Così la mia ordinanza non serve a nulla”. Nei giorni in cui Musumeci prospetta l’idea di vaccinare subito la popolazione delle isole minori e aprire al turismo, nel paradiso delle Pelagie la situazione è critica. Lampedusa e Linosa sono zona rossa, ma non c’è nessuno in grado di salvaguardare la salute dei residenti e far osservare l’ordinanza del sindaco Totò Martello, che prevede il tampone e cinque giorni di quarantena. “C’è un’insensibilità da parte dell’assessorato alla Sanità, da parte della presidenza della Regione – aggiunge Martello – e c’è la responsabilità dell’Asp di Palermo. Sarò costretto a revocare l’ordinanza. Ma se entro oggi non si risolve il problema presenterò un esposto alla procura di Agrigento”.
A Lampedusa ci sono 40 positivi su 6.500 abitanti e l’indice di contagio non accenna a diminuire. “Sull isola ci sono 4.500 persona da vaccinare – conclude il sindaco – Hanno vaccinato solo 800 persone, militari, insegnanti, parte degli over 80 e alcuni a rischio. Devono portare vaccini e vaccinatori sull’isola e vaccinare la popolazione senza saltare alcuna fila. Va vaccinato chi ne ha diritto”.
Lupo (Pd): vaccini nelle aziende, grave errore della Regione
“È grave che la Regione non abbia coinvolto i sindacati nell’accordo per attivare anche in Sicilia campagne di vaccinazione nei luoghi di lavoro, sulla base di quanto previsto dal protocollo nazionale”. Lo dice il capogruppo PD all’Ars Giuseppe Lupo, che ha presentato una interrogazione parlamentare rivolta al presidente della Regione Nello Musumeci per conoscere l’operatività in Sicilia dei protocolli sottoscritti presso il Ministero relativi alla campagna di vaccinazione nel mondo del lavoro. “Secondo quanto riportato dagli organi di stampa – dice Lupo – è stato siglato un accordo tra Regione, Confindustria e Confapi che prevede la possibilità di somministrare i vaccini direttamente nei locali aziendali o nei siti individuati delle aree industriali, senza però coinvolgere le organizzazioni sindacali con le quali è necessario un confronto ai fini di una più efficace e funzionale esecutività dei protocolli nelle diverse realtà lavorative nel settore pubblico e privato”. Nell’interrogazione, firmata anche dagli altri parlamentari regionali del gruppo PD Ars, si chiede inoltre alla Regione di fornire un cronoprogramma con tempi certi relativamente alla vaccinazione nei luoghi di lavoro.
Pass vaccinale: la corsa a ostacoli per garantire il turismo
La prima a sperimentare il pass vaccinale, in attesa delle prossime mosse dell’Europa, è la Regione Campania. Come scrive il Messaggero, è iniziata la distribuzione di una tesserina plastificata dotata di un chip che certifica l’avvenuta vaccinazione del suo possessore. Da Napoli ne saranno distribuite circa 250.000 ad altrettanti cittadini campani che hanno ricevuto la prima dose e il richiamo. Ma presto le preziose tesserine saranno milioni e consentiranno ai loro titolari di entrare al cinema, in metropolitana o al ristorante. La Regione Lazio si muove su un altro piano: oltre 75 mila cittadini già vaccinati (su un totale di mezzo milione) hanno già scaricato sul loro telefonino o stampato su un foglio di carta la certificazione vaccinale con la quale possono dimostrare tutte le volte che ne hanno bisogno di aver ricevuto le due somministrazioni.
I due certificati vaccinali regionali – altri, simili, sono allo studio in Lombardia e Veneto – fanno da prova generale per quella che da giugno sarà l’operazione Covid Free certificate su scala continentale, ovvero la nascita del green pass che sarà distribuito a tutti i vaccinati dell’Unione Europea. “In quel mese i vaccinati saranno moltissimi e dunque il pass non sarà in alcun modo discriminatorio verso chi, non per sua scelta, non avrà ancora potuto avere il vaccino”, ha spiegato il commissario europeo alle vaccinazioni Thierry Breton. La card – si è liberi col vaccino, con un tampone negativo o dimostrando l’avvenuta guarigione e la presenza di anticorpi – sarà anche in formato digitale. Ma c’è anche Draghi, che l’altro giorno in conferenza stampa ha annunciato la nascita di un pass (da stabilire se verrà utilizzata una card oppure un’app) che permetta di spostarsi fra regioni di colorazione diversa rispetto al giallo.
Anche in Sicilia e Sardegna, che aspirano all’appellativo di Isole Covid Free sono allo studio delle soluzioni “di passaggio”. La principale aspirazione dei presidenti Musumeci e Solinas, però, è tentare di vaccinare in tempi rapidi tutti gli abitanti delle sue isole. O, come nel caso della Sicilia, partire dalle isolette che la compongono. L’ha ribadito il governatore: “Io mi attengo al protocollo nazionale per le vaccinazioni se parliamo della Sicilia isola madre, ma se parliamo delle isolette penso a una campagna vaccinale che possa durare al massimo tre giorni e che ci permetta di mettere a sicuro quelle persone – ha spiegato Musumeci a Tagadà su La 7 – Noi abbiamo più di 15 isolette, in alcune ci sono 200 abitanti. Che facciamo? Mandiamo una squadra di medici per fare gli over 80, poi fra un mese una per i settantenni e così via?”. Nessuna corsia preferenziale, secondo il presidente della Regione: “Non saremmo dei privilegiati. Quando le regioni del Nord hanno chiesto di far ripartire gli impianti sciistici, il Sud Italia non ha fatto alcuna recriminazione, abbiamo semplicemente condiviso uno spirito che deve essere nazionale”.
Dopo il ‘no’ di Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, arriva l’apertura di Alberto Cirio, omologo piemontese. A una condizione però: “Isole Covid free? Sono favorevole, ma solo se cambiamo loro il nome – ha detto a ‘La Stampa’ -. Non chiamiamole così, preferisco aree geografiche. Altrimenti, se intendiamo le vere isole, penso che il mare sarà sempre privilegiato sul mondo della montagna. Come si è già visto con le altalene e le mancate riapertura dello sci: se si fosse trattato di spiagge, non sarebbe mai avvenuto. Che cosa intendo allora? La possibile creazione anche in Piemonte, come altrove, di aree dove i turisti possano andare senza pericolo di infettare e contagiarsi”.