“Può la Rai, televisione di Stato, con il suo silenzio diventare complice di una possibile truffa e di un meccanismo illegale ai danni del mondo politico e imprenditoriale del Paese?”. Se lo chiede Alessandro Sallusti, all’interno dell’editoriale pubblicato stamane in prima sul Giornale. Nel mirino del giornalista c’è il collega Sigfrido Ranucci, finito sotto i riflettori del Rifomista che lo accusa di aver “offerto dei soldi ad alcuni free lance che gli proponevano dei filmati per demolire la reputazione di un politico del Nord Italia”. Per il conduttore della trasmissione di Rai 3 si tratta di “una bufala”, ma Sallusti rincara la dose parlando di “metodi discutibili con cui il conduttore di RaiTre confeziona le sue inchieste”. Tra le ipotesi accreditate da Sallusti al collega c’è quella di “false fatturazioni”. “Report è uso comperare servizi inutili – scrive Sallusti -. per giustificare altro tipo di spese”. Un reato che “essendo commesso da un ente pubblico, comporta anche quello di danno erariale di cui devono rispondere in solido gli amministratori” della Rai. “Cosa aspetta la Corte dei Conti, essendo la notizia nota, a fare gli accertamenti del caso?”. La terza domanda posta ai vertici di viale Mazzini dal direttore del Giornale riguarda “l’uso personale e deviato del servizio pubblico”.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
Report, altre ombre sul metodo Ranucci
alessandro sallustireportsigfrido ranucci
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