Dopo un avvio compassato, Italia Viva in Sicilia rischia di diventare una valanga e travolgere tutti: da un lato Forza Italia, un partito ridotto ai minimi termini (almeno fuori da palazzo dei Normanni, dove schiera ancora una buona batteria di deputati); dall’altro il Pd, che sta provando sulla propria pelle questa lenta e progressiva erosione, che parte da Sala d’Ercole ma si sta allargando a numerosi comuni siciliani (Palermo compresa). Facciamo ordine: il baricentro è Catania, dove Renzi il 16 novembre terrà a battesimo la sua creatura. In quel momento potrà ufficializzare la nascita del gruppo all’Ars. E’ stato Luca Sammartino, in una intervista a Live Sicilia, a ufficializzare la separazione dal Pd (“che ringrazio per l’esperienza di questi quattro anni. Ma non potevo più starci, perché non è più il partito pluralista che avevo conosciuto”) e a rivelare i nomi dei suoi compagni d’avventura: il deputato “dem” Giovanni Cafeo e i due onorevoli di Sicilia Futura, Edy Tamajo e Nicola D’Agostino. Il gruppo parlamentare, però, prenderà il nome di Sicilia Futura-Italia Viva, per permettere allo stesso Tamajo di restare nel consiglio di presidenza dell’Assemblea regionale.
Sempre all’Ars, Italia Viva continua la sua caccia spietata. Si complica la pista che porta a Michele Catanzaro, altro deputato del Partito Democratico, mentre sembrano più vicini Luisa Lantieri (che ha già cambiato una volta, passando dai “dem” a Ora Sicilia) e Marianna Caronia, che dal Misto è approdata al gruppo degli autonomisti. La Lantieri, ex assessore del governo Crocetta, da sempre fidata amica di Totò Cuffaro, avrebbe ricevuto la benedizione dell’ex governatore, che prima di volare in Burundi per il suo progetto ospedaliero – come riportato da La Sicilia – avrebbe rivelato che quello di Matteo Renzi è l’unico sbocco per i moderati di Sicilia. Non è un endorsement, ma poco ci manca. Non fa lo stesso ragionamento, per ora, Raffaele Lombardo, sempre più defilato da queste dinamiche. Anche l’Udc riflette: il deputato Giovanni Bulla potrebbe essere fra gli aderenti, mentre Mimmo Turano, assessore alle Attività Produttive, invita a guardarsi intorno, ma al momento non scende in campo. Chi, dalle colonne di Buttanissima, ha scelto di defilarsi in partenza è Saverio Romano: meglio L’altra Italia di Berlusconi.
Ma il progetto di Matteo Renzi attecchisce anche nei comuni. A Palermo sarebbero almeno quattro i consiglieri comunali pronti a sposare Italia Viva. Il sindaco Orlando e il suo vice, Fabio Giambrone, al momento frenano. Circa un anno e mezzo fa il primo cittadino ha ottenuto la tessera del Pd, in coincidenza delle elezioni Politiche in cui Giambrone – senza fortuna – era stato candidato alla Camera. Forse è un po’ prematuro sbattere la porta. A Catania già tre consiglieri comunali hanno dato l’ok a Faraone, che coordina l’attività del partito in Sicilia. L’ex segretario regionale del Pd, ora capogruppo al Senato di Italia Viva, è in pressing su alcuni sindaci: Filippo Tripoli di Bagheria e Francesco Italia, di Siracusa, sarebbero bei colpi. Anche il modicano Ignazio Abate è in rampa di lancio. Ha già aderito, invece, il lentinese Saverio Bosco. E’ piena campagna acquisti: da qui a sabato 16 la squadra crescerà. Renzi ha annunciato che la “prima” di Catania sarà un autentico bagno di folla.