L’esercizio provvisorio ancora non quaglia

Nella foto, l’assessore regionale all’Economia e vicegovernatore della Sicilia, l’avvocato Gaetano Armao

I conti della Regione stagnano. E’ trascorsa la prima settimana del nuovo anno, ma l’Ars non ha ancora approvato il disegno di legge per autorizzare l’esercizio provvisorio, che consente di procedere con la spesa in dodicesimi, in attesa di un nuovo Bilancio. La giunta aveva presentato il documento contabile (valido per due mesi) la mattina del 30 dicembre, ma non c’erano i tempi tecnici per approvarlo. Così il testo è rimasto in commissione Bilancio in attesa di essere perfezionato. L’aula, convocata una prima volta per la vigilia dell’Epifania, era stata aggiornata a questo pomeriggio. E poi rinviata nuovamente a martedì prossimo.

Il nodo non è politico, ma tecnico. L’esercizio provvisorio, infatti, è una “manovrina” che contiene alcune variazioni di bilancio (per evitare che alcuni capitoli 2021 rimangano a zero) per 350 milioni di euro. Soldi che non si possono letteralmente spendere se il Consiglio dei Ministri non approverà una norma che prevede la spalmatura del disavanzo con lo Stato in dieci anni. Norma che era stata messa nero su bianco a dicembre 2019, ma legata ad alcune riforme che la Regione non ha mai attuato. Urge, dunque, un nuovo accordo fra Roma e Palermo, che lo stesso Musumeci nei giorni scorsi auspicava: “La Regione Siciliana ha trasmesso alla presidenza del Consiglio dei ministri la proposta di accordo sulle riforme economiche che la nostra Isola attende da molti anni – aveva detto il governatore -. Usciamo da un anno difficile e abbiamo colto da parte del Governo centrale una disponibilità ribadita dal ministro dell’Economia”.

Il Consiglio dei Ministri ha rinviato il verdetto per ben due volte, alla vigilia di Natale e di Capodanno. Per il momento Palazzo d’Orleans è tecnicamente in gestione provvisoria: può produrre spesa solo per i pagamenti indifferibili previsti dalla Legge. A palazzo dei Normanni, martedì prossimo, si aprirà una lunga sessione finanziaria che avrà il suo culmine in febbraio. A seguito dell’udienza di parifica della Corte dei Conti, in programma il 29 gennaio, bisognerà scrivere Bilancio di previsione e Legge di Stabilità. O si rischia di rimanere ingessati.

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