Nello Musumeci non dice una parola sul bullo che gli sta accanto e Giusy Savarino, che gli vuole molto bene, scrive un articolo per sostenere che il Presidente non parla perché lavora. In silenzio, naturalmente. Poi insorge la questione dei disabili che non hanno ricevuto il contributo della Regione: Davide Faraone, leader dei renziani, avvia uno sciopero della fame e Ruggero Razza, assessore alla Salute, replica: noi non cediamo al sensazionalismo, noi lavoriamo in silenzio. Di silenzio in silenzio arriviamo a Sebastiano Tusa, assessore ai Beni Culturali, che di fronte allo scandalo del castello Maniace, la cui piazza d’armi è stata ceduta ai privati per quattro lire, sceglie la via di mezzo: meglio una parola in meno che una parola in più. Provate a immaginare una riunione di giunta: un cenno di saluto con la manina e poi acqua in bocca per tutti.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Regione, il governo dei lunghi silenzi
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