Il primo istinto sarebbe quello di evocare un vecchio ricordo scolastico e di ripetere la storica frase di Cicerone: “Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra?”. Ma sarebbe un narcisismo un po’ provincialotto. Qui la questione è un’altra e terribilmente attuale. Quella frase dovrebbe pronunciarla, hic et nunc, il presidente Musumeci. Rivolto, ovviamente, al bullo che gli sta seduto accanto. Perché oggi, con un magistrale articolo del Giornale di Sicilia, è esploso clamorosamente il conflitto di interesse tra l’assessore al Bilancio e la società delegata dalla Regione a riscuotere le tasse. La società chiede il pagamento di cartelle arretrate per 392 mila euro e l’assessore che la controlla, anziché saldare il proprio debito, minaccia come sempre ritorsioni da azzeccagarbugli. “Fino a quando, Armao, credi di potere abusare della nostra pazienza?”.