Dopo aver fallito sul piano della diplomazia – come testimonia il ricorso all’Antitrust e l’ultima polemica al veleno con Ryanair – Renato Schifani prova a metterci una pezza. Da solo. Il governo della Regione, infatti, pensa all’introduzione di un voucher per agevolare il ritorno a casa dei siciliani durante il periodo natalizio. Neppure lo sforzo del governo Meloni, che ha imposto lo stop all’algoritmo dei prezzi una volta raggiunto il 200% della tariffa media per le Isole, consentirà un abbattimento dei costi. Le compagnie, intanto, minacciano di rivolgersi all’Europa per ripristinare le regole del libero mercato, se non addirittura – come nel caso di Ryanair – di tagliare le tratte per le Isole già dal 2024.
Si tratta di una battaglia proibitiva, che diventa impossibile con le armi spuntate a disposizione della Sicilia. Schifani e Aricò, assieme agli uffici, lavorano a una strategia per l’autunno. Ma quale sarà il valore del voucher? Su questo aspetto, come sottolinea Repubblica, non mancano i dubbi. L’ostacolo maggiore è legato alla trasparenza da parte delle compagnie: la Regione, nonostante i reiterati inviti, non conosce le cifre dei biglietti venduti in prima, seconda o terza fascia di prezzo. E proprio su quei dati gli uffici potranno elaborare il calcolo dei voucher da erogare ai viaggiatori siciliani, sulla base del costo del biglietto.
Resta un dato di fondo: per finanziare l’iniziativa la Regione sarebbe costretta ad attingere al proprio bilancio asfittico. Sembra una strada tortuosa, che al momento non merita interventi ufficiali né annunci. Schifani, in una delle numerose interviste sul tema, si limita a ribadire alcuni concetti: “La Commissione europea – ha detto ad Agorà, su Rai 3 – potrebbe intervenire per modificare la norma del governo nazionale, che peraltro ho molto apprezzato, sugli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree e quindi sui limiti ai prezzi dei biglietti aerei. Ma se lo facesse, sarebbe messo a rischio il diritto alla mobilità sancito dall’articolo 16 della nostra Costituzione che prevede che ad ogni cittadino debba essere garantita ogni forma di libertà di movimento, salvo i casi previsti dalla legge. In questo caso, ritengo che il governo italiano dovrebbe adoperarsi per garantire questo principio costituzionale e impedire che si crei una “mobilità per censo”, per cui i ricchi possono viaggiare e i poveri no”.
Il governatore ha poi aggiunto: «Avevo segnalato già a dicembre dell’anno scorso il cartello tra Ita e Ryanair, nel senso che di fatto hanno stipulato un accordo tra loro per non farsi concorrenza, applicando prezzi al rialzo. E avevo già denunciato questo scandalo all’Antitrust sia durante il periodo natalizio che, poi, a Pasqua. Attendiamo risposta da quella autorità. Adesso il caso è esploso a livello nazionale ed è giusto risolverlo complessivamente. C’è da aggiungere che, Ryanair, da un lato esalta la libertà del mercato, dall’altro però intasca i contributi: dall’aeroporto di Palermo ha ottenuto 15 milioni di euro nel 2022». Non solo: Ryanair è l’unico vettore che collega Birgi al resto d’Italia e d’Europa. Un eventuale addio da parte degli irlandesi aprirebbe un’altra voragine nei conti della Regione, giacché Airgest – la società di gestione dell’aeroporto di Trapani – è totalmente sotto il suo controllo.