“Credo che prima o poi il tema dell’obbligo vaccinale, soprattutto per alcune categorie a rischio, sarà da mettere all’ordine del giorno. Sono papà di un bambino di 4 mesi, al sessantesimo giorno ho portato mio figlio a fare i vaccini obbligatori; non capisco perché delle minoranze inconsapevoli dovrebbero condizionare la vita della stragrande maggioranza dei cittadini. È un problema che il governo nazionale dovrà assumere come prioritario”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, intervenendo stamattina alla trasmissione Agorà su RaiTre.
Le dichiarazioni dell’assessore potrebbero irritare qualche collega della giunta, o addirittura indurlo a lasciare. Su tutti il responsabile del Turismo, Manlio Messina, il quale ha già dichiarato che non farà vaccinare le sue figlie e con toni da rivedere, al limite del torpiloquio, ha manifestato la sua contrarietà all’utilizzo del Green pass (e, di conseguenza, alla decisione del governo Musumeci, sancito da un’ordinanza tuttora ‘sospesa’, di introdurne l’obbligatorietà per accedere agli uffici pubblici). All’interno dell’esecutivo, su un tema così dirimente, non mancano le contraddizioni. Contraddizioni che spesso – è questa la cosa grave – si traducono in messaggi sbagliati catapultati all’esterno.
Razza, forse per l’esperienza maturata sul campo e per i contatti più accentuati col mondo della scienza, spinge sull’acceleratore: “La circolazione del virus – ha dichiarato ancora l’assessore alla Salute – sta colpendo soprattutto le aree più affollate, a maggiore flusso turistico: in Sicilia abbiamo avuto un luglio e un agosto da record, superando del 7-8% gli arrivi del 2019 che fu un anno straordinario. Ma pesa tantissimo un’adesione alla campagna vaccinale che vede la Sicilia indietro rispetto alle altre regioni italiane. Non c’è stata in una parte della popolazione una presa di consapevolezza chiara. Abbiamo raggiunto ieri il 70% di prime vaccinazioni con un ritardo rispetto al resto del Paese. La Regione ha messo in campo di tutto: 200 punti vaccinali, i medici di medicina generale, le farmacie, le campagne di vaccinazione di prossimità; ma c’è una quota di cittadini che forse si sta svegliando soltanto adesso. Ci troviamo in una regione in cui una minoranza – forse perché inconsapevole e faremo di tutto per renderla consapevole – non si è ancora vaccinata, ma che non può condizionare la vita sociale della maggior parte dei cittadini che invece si è vaccinata, che vuole ritornare alla normalità, e soprattutto non può condizionare la vita economica e sociale di un territorio”.
Per prima cosa bisognerebbe dirlo al suo collega assessore. E poi a qualche amico No-Vax che in parlamento, a palazzo dei Normanni, si trova sempre.