Anche Ragusa si appresta a tornare alle urne. La settimana trascorsa dal primo giro non sembra aver cambiato nulla in termini di equilibri. Gli steccati sono altissimi e i valori in campo quasi pari. Antonio Tringali, candidato del Movimento 5 Stelle, parte un paio di punti avanti rispetto a Giuseppe Cassì, candidato civico e di Fratelli d’Italia (forte orientamento a destra). Qui potrebbero – o avrebbero potuto – far la differenza questi benedetti apparentamenti dato che il 10 giugno, l’area del centrodestra annoverava un altro paio di candidati spendibili e credibili: Maurizio Tumino e Sonia Migliore. Ma niente anche stavolta: Cassì ha blindato la sua squadra di governo, spiegando che il progetto “parte e muore indipendente”. Tradotto: le poltrone – di cui l’ex cestista per la verità non è mai stato un frequentatore – non si spartiscono con nessuno. Se qualche simpatizzante vorrà votarci, noi siamo qua.
Forse Cassì sarà memore della reazione ragusana all’ultimo minestrone fuffa del 2013: tutti insieme con Cosentini dopo essersi scannati in campagna elettorale. Il risultato è che il centro-destra-sinistra ne uscì con le ossa rotta e il Movimento si prese la città con il 70% dei consensi. La coerenza è una lezione che prima o poi si annida nel cuore dei votanti, specie di fronte a situazioni così emblematiche. Cassì, più nuovo di Tringali, potrebbe aver colto nel segno, ed essersi guadagnato i favori del mondo dello sport (il campo di battaglia di una vita) che poco apprezza combine e vittorie a tavolino. Ma non solo quello: sono in tanti a vedere nel vecchio capitano della gloriosa Virtus un elemento di rottura.
Tanto da far tremare Tringali, sul cui groppone pesa il fatto di essere rimasto l’unico candidato in corsa per salvare l’onore a Cinque Stelle (esclusa Acireale) nell’Isola. Non sarà facile confermare un voto d’opinione che una settimana fa ha già fatto segnare una netta involuzione rispetto alle Politiche, anche se il paragone con il primo turno di cinque anni fa rivela che il Movimento in città è cresciuto. La base, dopo i litigi e gli sputtanamenti della campagna elettorale, in cui una buona fetta di attivisti andò contro il sindaco uscente Piccitto, riuscirà a consolidarsi nel momento del pericolo? Ma soprattutto la questione è un’altra: mentre a Cassì appare scontato il sostegno dell’area moderata, dove pescherà il M5S i voti che gli mancano? Il partito grillino, ormai consolidato nella sua “lotta contro tutti”, attira poche simpatie anche a sinistra, dove in passato è riuscito in un modo o nell’altro a rifocillarsi. La partita si giocherà per buona parte sull’astensione. E per Tringali più gite al mare vuol dire meno chance di governare.