Riassunto delle puntate precedenti: venerdì sera, durante il Consiglio dei Ministri, viene impugnata la legge sulle variazioni di Bilancio approvata dall’Ars prima di Capodanno. Tornano in bilico una novantina di milioni. L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, minimizza: si tratta di rilievi “meramente formali e residuali”, che si cercherà di superare (nei prossimi giorni) assieme al ministro Gelmini. Ma il deputato regionale del Partito Democratico, Antonello Cracolici, non se la beve. E innesca lo scontro col vicepresidente della Regione, denunciando la “precarietà giuridico-amministrativa” di questo governo. Armao lo invita a studiare: “Ci sono politici che leggono le impugnative sui giornali e amministratori che leggono le impugnative sui ricorsi. Io appartengo alla seconda categoria”, ha replicato da Live Sicilia. Ma questo era solo l’antipasto.
On. Cracolici, cosa sta succedendo?
“Stiamo assistendo a una sorta di raccolta punti, in cui tutti i provvedimenti del governo regionale vengono impugnati dallo Stato. E finiscono per generare un effetto slavina. E’ come una valanga che si ingrossa sempre di più, e travolge tutto e tutti”.
Cosa accade con l’ultima impugnativa?
“Non siamo di fronte a un semplice fatto contabile, ma a una difficoltà, ad una incapacità giuridico-amministrativa nel gestire le vicende finanziarie della Regione. Ad esempio, in assenza di rendiconto, non sappiamo come fare il Bilancio. Non sappiamo se e quando verrà approvato. Non conosciamo l’entità del disavanzo, né l’ammontare degli accantonamenti per la copertura di questo eventuale deficit”.
Armao ha messo da parte cento milioni…
“Mi sembra una cifra sottostimata. Noi il dato reale non lo conosciamo: potrebbe essere quattro volte tanto… La Corte dei Conti ha segnalato 319 milioni di residui attivi: quanti di questi produrranno un disavanzo? Nessuno ce lo dice. Così come non sappiamo quanto pesino le minori entrate dovute al Covid sulla reale situazione finanziaria della Regione. Questa continua ricerca del trucco è una tecnica che non paga”.
Si spieghi.
“A forza di fare trucchi guardi come ci siamo ridotti… Oggi si finisce per intervenire sulla carne viva, cioè sulle pensioni dei dipendenti regionali. Un conto è imporre un contributo di solidarietà alle pensioni più alte, un altro estendere questo “prelievo forzoso” a chi ha lavorato una vita secondo le regole, arrivando a maturare un diritto acquisito. E oggi non ha più nemmeno la possibilità di scioperare. Colpire alle spalle i pensionati è un fatto odioso da un punto di vista sociale. E sa perché avviene? Perché la Regione non ha mai messo al centro il tema del risanamento, e si ritrova ogni anno a sottoscrivere accordi con lo Stato sperando nel miracolo”.
Nella Finanziaria compaiono un sacco di tagli per ottemperare all’ultimo accordo.
“Sì, ma lo Stato non paga un euro. E ci fa un’unica concessione: spostare la quota di accantonamento da 421 milioni prevista per quest’anno al 2030. Ma il nodo è: come funzionano le entrate? Perché da una prima lettura del Bilancio, alcune – come il bollo auto – mi sembrano sovrastimate. Sembra che si facciano valutazioni a prescindere dalla situazione reale dell’economia”.
Quali sono le sue conclusioni?
“Che siamo in presenza di un governo sbandato, che non ha la forza di ristrutturare la spesa, ed è incapace di offrire una visione del futuro. Ma anche di gestire l’esistente. Per questo ho parlato di azzeramento della giunta. C’è una incapacità strutturale nel governare la Sicilia”.
Cosa farebbe al posto di Musumeci?
“Prenderei atto che questa giunta non ce la fa e darei una scossa. Va di moda il governo dei migliori: beh, sicuramente questo è il governo dei peggiori”.
Musumeci ha lasciato ad Armao il controllo delle operazioni finanziarie.
“E’ una tecnica troppo facile. Come se lui non c’entrasse nulla, della serie: ‘io non c’ero, e se c’ero dormivo’. Forse dorme, però si deve svegliare, perché questo disastro sta mettendo in discussione persino l’utilità del governo. A che serve un governo del genere?”.
Il M5s ha proposto di bloccare tutto in attesa della parifica. Qual è la vostra proposta sulla Finanziaria?
“Con tutto il rispetto, devono essere loro a dirci come intendono procedere. Io prendo atto che continuano ad avvitarsi su se stessi, e più si avvitano più ingrossano il gorgo. Sono come i nuotatori che annaspano in mezzo all’acqua e rischiano di trascinare a fondo tutti quelli che si avvicinano a loro. Ci dicano, piuttosto, qual è la strategia da intraprendere. Siamo al quarto bilancio del governo Musumeci ed è saltato pure l’alibi che era colpa di chi c’era prima”.
Quale sarà l’esito della Finanziaria?
“La scorsa era una Finanziaria di spesa, e non si è speso un centesimo. Questa, che è una Finanziaria di tagli, non offre una prospettiva per le categorie, per le imprese, per chi ha bisogno di credito o di misure di sostegno. Zero. E’ una sorta di Robin Hood al contrario: mette le mani in tasca alla povera gente, come nel caso dei pensionati. Il governo sta raschiando il fondo del barile”.
Il Cga ha dato parere favorevole al piano dei rifiuti dopo che Pierobon è stato messo alla porta. Qual è il suo giudizio sulla vicenda?
“E’ evidente che hanno usato l’anello più debole della catena per risolvere il problema della rappresentanza di genere: cioè la base di un sistema democratico. Musumeci, per tre anni, ha costruito un governo con una sola donna, e alla prima occasione l’ha mandata a casa. Per poi scoprire che non potevano fare a meno di una presenza femminile: così hanno scelto di sacrificare lo “straniero”, che almeno aveva delle competenze… Non conosco la sua sostituta, ma non mi pare abbia un pedigree specifico nel settore energetico e dei rifiuti. Il punto è che questo governo ha un orizzonte politico di qualche minuto, perché non riesce a immaginare nemmeno cosa avverrà il giorno dopo”.