Gianfranco Miccichè risponde presente. L’invito di Claudio Fava a un dibattito parlamentare per analizzare, da vicino e coi diretti interessati, la “questione morale” che pervade le istituzioni siciliane a macchia di leopardo, trova una sponda nel presidente dell’Ars: “Purché – sottolinea Micciché – non riguardi i singoli parlamentari. Questo è un aspetto che non mi interessa. La richiesta di Fava va in una direzione diversa e ha un senso più profondo”. All’indomani dello scandalo di Castelvetrano su massoneria e corruzione, che ha portato all’arresto dell’ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto e dell’ex presidente dell’Ars Franco Cascio, il presidente dell’Antimafia aveva chiesto a Miccichè e Musumeci di incardinare un dibattito in assemblea perché il quadro che emerge dalle inchieste giudiziarie “non è normale”.
Presidente Miccichè, anche secondo lei esiste una questione morale?
“Io sono e rimango garantista. Nessuno potrà convincermi a organizzare un dibattito su un parlamentare indagato. Ma l’abbiamo l’obbligo di affrontare la questione. Dalle intercettazioni si percepisce un elemento: ci sono persone che pensano di poter far eleggere uno piuttosto che un altro, di organizzare sottogoverni, eccetera. Ecco: io non credo sia così facile assaltare la diligenza, però dobbiamo chiederci perché alcuni lo pensano…”.
La politica, quindi, è parte lesa?
“La politica è una cosa seria per chi pensa di farla seriamente”.
Qualcuno non lo fa?
“Vede, non vorrei mi prendessero per pazzo, ma io sono sempre convinto che se la politica si è ridotta in questo stato la responsabilità è del populismo. Continuo a non avere dubbi. Vorrei che la gente cominciasse a capire che la società è anche composta da persone serie, e non solo da “venduti” o da furbetti che vogliono accaparrarsi l’assegno o la pensione che non gli spetta. Purtroppo è un’immagine generata da questa devastazione grillina”.
Perché ce l’ha sempre col Movimento 5 Stelle?
“Questa lotta contro la politica sta provocando un danno colossale al Paese e ha portato alla creazione della peggior classe dirigente che l’Italia abbia mai conosciuto. Deriva da atteggiamenti pesanti e francamente un po’ inutili. Dato che altrove, scavalcando i vecchi meccanismi della politica e facendoli propri al grido di “onestà, onestà”, si finisce col presidente del consiglio comunale di Roma arrestato. A me pare ridicolo”.
Torniamo un attimo alla proposta di Fava. Musumeci non ha ancora risposto, lei ha dato la sua disponibilità al dibattito. Crede che anche i suoi colleghi siano ben disposti?
“Partiamo da un presupposto: ho parlato con Claudio Fava dopo la sua richiesta. Con lui mantengo un rapporto di grande civiltà e non ho mai dubitato della sua buona fede. Detto questo, affrontare un argomento che punti l’attenzione sulla politica è giusto. Ed è anche bene che i deputati stiano più attenti. Troppo spesso non ci si rende conto che alcuni incontri, certe frasi gettino un’ombra sulle istituzioni, che possono agevolare di chi della politica vuole dare un’immagine distorta. Sono d’accordo a fare un dibattito, purché non sia su singole persone o episodi, ma che dia una lettura complessiva su questi avvenimenti. Altrimenti arriva il populismo e manda tutto all’aria”.
Il Parlamento siciliano è maturo per affrontare una questione del genere? Sedici deputati sono attualmente indagati.
“Pochi giorni fa è stata votata all’unanimità la relazione finale della Commissione Antimafia sul sistema Montante. Un esempio del genere mi spinge ad andare avanti. Noto che c’è un atteggiamento diverso rispetto al passato, non prevale più il giustizialismo. Se ne può parlare con grande serietà”.
La Formazione professionale genera più scandali che opportunità di lavoro.
“Su argomenti specifici preferisco non entrare, prima bisognerebbe verificare bene tutto. Posso dire che ha da sempre creato disagi. Il blocco totale operato dallo scorso governo non è servito ad eliminarli, anzi li ha incancreniti. Per molta gente la formazione professionale era un ammortizzatore sociale di cui non si poteva fare a meno. E comunque il problema è più esteso”.
Fava ha detto a Musumeci che dovrebbe avere la forza di dire “no” a personaggi come Raffaele Lombardo che, ancora oggi, hanno la facoltà di “dare le carte” per la formazione del governo. Sono parole del presidente dell’Antimafia. Cosa ne pensa?
“E’ esattamente questo il tipo d’atteggiamento che non mi piace. Lombardo è libero di fare quello che vuole. Se ci sono motivi per cui non possa fare parte dell’agone politico, non credo tocchi a Fava o qualcun altro dirlo. E’ l’unico rischio che si corre affrontando un dibattito di questo tipo. Occorrono persone serie, non giustizialisti con l’idea del ‘vediamo chi vince’”.
Anche la massoneria è stata implicata nei fatti di Castelvetrano. I legami con la politica, da qualche tempo a questa parte, sono regolati da una legge, la cosiddetta Legga Fava, che impone a chi riveste un incarico pubblico in Sicilia di dichiarare la propria appartenenza alla massoneria. Anche se a lei non è mai piaciuta, è più attuale che mai…
“Io sono un liberale vero. Il fatto di dover limitare una persona nella sua libera scelta mi fa stare male. Sono convinto che la libera scelta di una persona comprenda anche l’iscrizione a una loggia massonica, che non va criminalizzata a prescindere”.
A Non è l’Arena, la trasmissione di Giletti su La7, l’hanno fatta innervosire parecchio. Perché?
“Guardi, non mi arrabbio più per niente. Ci ho fatto il callo. Ancora una volta, però, ho avuto la conferma di chi sia Giancarlo Cancelleri. Uno che va in tv a dire delle bugie. Quando discutiamo fra di noi, sappiamo benissimo che né io né lui abbiamo il vitalizio. Poi va nelle trasmissioni e dice che Micciché ha il vitalizio. Balle. Non l’ho mai maturato perché questa è la mia seconda volta da parlamentare regionale e i vitalizi sono stati aboliti da tempo. La prima volta non ci sono rientrato. Mi dispiace che una persona che ha un ruolo istituzionale come Cancelleri, che ricordo è vicepresidente dell’Ars, dica bugie simili. Ma so anche che continuerà a farlo”.
Adesso che succede con i vitalizi?
“Se fossi un ragazzino come loro, direi che questa cosa della commissione per valutare i tagli non la farei più. Visto che ho a che fare con dei bugiardi, potrei comportarmi di conseguenza. Invece la faccio lo stesso, perché credo sia utile parlarne, senza che si debba punire qualcuno. Ma non posso andare appresso a Cancelleri, non può essere lui a farmi capire se è giusto o sbagliato fare qualcosa”.
Per il censimento immobiliare da 91 milioni di euro che la Regione commissionò un decennio fa ad alcuni avventurieri, e che mai nessuno ha visto, dovrebbe muoversi la politica o la magistratura contabile?
“Vediamo se basta la politica, senza disturbare la magistratura. Vediamo se è possibile condividere la questione come è accaduto al parlamento con la relazione sul sistema Montante. Io questo censimento non lo conosco, ma sono convinto che la politica sia meno responsabile di ciò che ci viene raccontato. Ma non c’è dubbio che occorrono degli atteggiamenti consequenziali”.
Chiudiamo con un paio di cose liete. La prima: cosa le ha lasciato la visita del presidente cinese Xi Jinping?
“Per me è stata una bellissima esperienza, ma anche per la Sicilia è stato un palcoscenico meritato. Che sicuramente produrrà risultati veri. Sono contento per come è andata”.
Anche delle elezioni in Basilicata sarà contento, immagino.
“Ha confermato la tendenza delle altre regioni. Che il centrodestra unito vince. Alle Politiche è stato diverso. Io ripetevo, e non tutti lo capivano, che i Cinque Stelle avevano trionfato per il crollo del Pd. Alle Regionali va diversamente. Spero che Forza Italia possa riprendere un ruolo centrale, anche perché non si può più andare avanti senza un partito di centro. E comunque anche in Basilicata ha vinto il populismo: quello della Lega è meno peggio di quello dei grillini. Ma mi auguro che, prima o poi, il populismo finisca. Non può che essere così…”.