Allora, c’è una fascia di età che arriva ai 29/35 anni, verso la quale si stanno stendendo ed estendendo tutele lavorative ed economiche. Età limite di molti concorsi, età di sovvenzioni, erogazioni di fondi per nuove attività, incentivi al lavoro… È bellissimo! Poi c’è un’altra fascia (è brutto chiamarla fascia però rende) alla quale appartiene la cosiddetta terza età… E giù a dare e togliere pensioni. E allunga e allarga l’età pensionabile. Nuota e nuota magari t’aggrappi pure alla pensione sociale ed è fatta! È bellissimo!
Poi, c’è un’età, quella di mezzo (alla quale, “la fascia”, andrebbe per merito). Quella intermedia. Quella dove stanno tutti i disoccupati/licenziati di aziende in dissesto. Gli inoccupati che hanno appena tolto la testa dai libri (quelli dall’università matura diciamo) che ancora si chiedono dove devono andare. Quella dei padri e madri di famiglia… I genitori. Troppo grandi e troppo piccoli. Ecco, in mezzo ci sono quelli che magari devono pensare alla prima “fascia”, quella che va a scuola o magari studia all’università che vive di paghetta, di sogni e pretese e alla terza fascia, quella con le piaghe da decubito, con la protesi acustica, con una sete di attenzioni e carezze che ti fa tornare a casa col magone perché “non vieni mai a trovarmi”.
Vorresti dire a tuo padre che ti hanno licenziato ma lui non si ricorda nemmeno chi sei. Vorresti chiedere scusa a tuo figlio perché non riesci a stargli dietro nella sua “dovuta” giovinezza. Ma sei solo. Hai tra i 35 e i 55 anni. Per te nessun “incentivo occupazione giovani”, né “agevolazioni pensionato over 60”. Sei fuori. Solo, come uno scoglio. Sei una terra di mezzo che nessuno coltiva. Ma se resisti alle onde raggiungerai la fascia dove, forse mossi da maggiore pietas, ti si restituirà un po’ di dignità perduta, “cullandoti” nella terza età.