Il tema dell’ergastolo cosiddetto ostativo pone sul tappeto questioni complesse e controverse, rispetto alle quali le opinioni si contrappongono non solo nell’orizzonte politico e nella pubblica opinione, ma persino all’interno della stessa magistratura. E’ giustificato o no che i condannati all’ergastolo per gravi reati di criminalità organizzata (politica o terroristica) possano accedere ai benefici penitenziari, e infine alla liberazione condizionale, soltanto a condizione che collaborino con la giustizia? Un interrogativo come questo, oltre a riguardare l’interpretazione delle norme costituzionali e… L’articolo completo su ilfoglio.it