Il sogno mancato del viadotto Himera

Il contatore della Cisl viaggia spedito anche durante la pandemia: sono trascorsi 1838 giorni dal crollo del viadotto Himera, sulla Palermo-Catania, che ha spaccato in due la Sicilia e costretto auto e tir a un faticoso attraversamento dell’autostrada più importante dell’Isola. Era il 2015. Da quel momento una lunghissima trafila burocratica che non si è ancora conclusa. Peccato. Perché un paio di mesi fa, il viceministro Cancelleri, annunciava che per fine aprile-inizio maggio l’opera, che è competenza dell’Anac, sarebbe stata ultimata. Poi è arrivato è il virus.

Falcone durante la ricognizione a Scillato

E mentre a Genova, nella giornata di ieri, è stata varata la penultima campata del ponte Morandi venuto giù a Ferragosto del 2018, oggi l’assessore regionale Marco Falcone ha fatto un salto a Scillato per dare uno sguardo ai cantieri dell’Himera. E ha trovato il deserto. “Ci voleva solo il virus – è stato il commento amaro del responsabile delle infrastrutture siciliane – L’epidemia e le conseguenti restrizioni, com’era prevedibile, hanno fermato anche questo cantiere ahimè divenuto da “Via Crucis”. Ci avete chiesto in molti, oggi siamo tornati sul posto per monitorare i lavori e il programma delle prossime settimane. L’impalcato sarà pronto fra quindici giorni. Nel frattempo da Genova, Covid-19 permettendo, dovrebbero arrivare gli appoggi da collocare fra l’impalcato e le pile. Vigileremo costantemente affinché, alle difficoltà dovute al Coronavirus, non si aggiungano ulteriori ritardi come quelli che hanno, purtroppo, trasformato quest’opera in un paradigma negativo per tutta Italia, da archiviare al più presto”.

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