“L’altra mattina, riordinando nella libreria dell’ufficietto di mio nonno, ho trovato carte che risalgono a prima del 1890. L’attività commerciale potrebbe dunque essere antecedente ai 130 anni ufficiali”. Filippo Bonomolo, 47 anni, si chiama come il nonno e come il trisavolo e l’«ufficietto» sta nell’ammezzato sopra il negozio di materiale idraulico che da un secolo e tre decenni s’affaccia su via Volturno, a trenta metri da Porta Carini, con il retrobottega che si incunea fino alle Mura di San Vito. E’ uno dei 37 che hanno ricevuto da Confcommercio il riconoscimento di «negozio storico di Palermo», iniziativa in collaborazione con il Comune, un premio alle attività artigianali e commerciali della città con almeno mezzo secolo di lavoro sulle spalle.
Abbigliamento e calzature, gioiellerie, articoli sportivi e tecnici, agenzie di viaggio, tabaccherie, profumerie, ristorazione, torrefazioni, drogherie, enoteche, caffetterie, edicole, autoricambi: esercizi commerciali che sono stati la storia e il volto (con le loro insegne e i loro marchi) della città, a cavallo tra il secolo scorso e l’attuale, a volte anche da fine ’800.
La lista – doverosa – dei premiati: Antica Pizzeria Bellini; Bar Santoro; Barone Gomme; Bonomolo Irrigazione; Bottiglieria Champagneria del Massimo; Cartoleria Ausilia; Casa del Brodo; Centro Carne; Dell’Oglio; Di Benedetto articoli per Belle Arti; Edicola di Valdesi; Genchi Extreme; calzature Gianfilippo; Gioiellerie Barraja, Battaglia, Malaspina-Trombetta, Palumbo e Gigante; Domus Artis; Fabbrica Gioielleria Valenti; Focacceria del Massimo di Pasquale Basile; Foto Cianciolo; Ideal Caffè Stagnitta; Lo Piccolo & C. Ingr. Prodotti Alimentari; Maria Anna Giordano Fotografia; Mistretta Specchi; Old River – Cataldo Uomo; Orologeria Pecoraro; Profumerie Camilleri; Qui Quo Qua; Rilegatoria Barone; Tagliavia & C. Agenzia viaggi e Agenzia marittima; Scibetta Corredi; Spinnato Antico Caffè; SpremiAmO; Tabaccheria Riggio; Tabaccheria Chiosco Ribaudo; Vineria Bistrot Ferramenta.
Negozi che sono stati non soltanto «marchi» – come ha detto Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio – ma soprattutto «una preziosa memoria identitaria di vie, di quartieri, anche fuori dal centro storico, rappresentando il senso di una comunità, custodendo nel tempo la memoria del passato e trasmettendo la speranza nel futuro».
Un compito non sempre facile come ha pure testimoniato qualche premiato, nonostante l’orgoglio e l’atmosfera festosa della cerimonia (celebrata al Grand Hotel di piazza Borsa), in una città che, specie negli ultimi decenni, ha conosciuto una crisi durissima del commercio, dove molte ditte – specialmente quelle a conduzione familiare – hanno alzato bandiera bianca, azzerato per sempre i registratori di cassa, abbassato saracinesche, spento insegne, sofferto la concorrenza della grande distribuzione o dei centri commerciali (proprio lunedì prossimo Forum Palermo di Brancaccio, ad esempio, spegnerà le candeline sui primi dieci anni della sua fortunata attività). Ma dei cambiamenti nell’economia, nella gestione e nella fruizione dei consumi non bisogna diffidare, ha sottolineato la Di Dio, niente pregiudizi, insomma. Semmai riscoprire il piacere del negozio fisico, quello sì, della scelta “de visu”, della valutazione tattile: in poche parole, entrare nuovamente nelle botteghe invece di decidere ed acquistare attraverso il pur semplice e veloce metodo “on line” della visione sullo schermo di un computer, digitando freddamente il codice di un prodotto e il numero di una carta di credito.
Economia, commercio, negozi si iscrivono comunque nel grande libro della vita di una città e della sua amministrazione. E dunque dei progetti e delle decisioni su parcheggi, trasporti urbani, zone a traffico limitato o pedonalizzate, licenze o concessioni spesso assegnate a macchia di leopardo assecondando solo una tendenza di mercato. Le vetrine in buona parte spente di via Roma, il degrado di piazzale Ungheria, via Maqueda pur saggiamente chiusa al traffico veicolare ma trasformata in una street-food, le stesse arterie limitrofe a via Libertà o le zone tra corso Vittorio Emanuele, piazza Rivoluzione e piazza Sant’Anna anch’esse a vocazione quasi unica, la scarsa attenzione ai quartieri residenziali e periferici: è su questi temi che si appunta il promemoria delle attività produttive a Palermo idealmente consegnato alla categoria di rappresentanza e al sindaco Leoluca Orlando (che ha collaborato all’iniziativa di Confcommercio sui «negozi storici» insieme con il suo vice Fabio Giambrone). Proprio perché i negozi – come ha chiosato Orlando – «non sono soltanto luoghi ma sono soprattutto persone». Augurando, a questi e a quelle, un futuro ancora degno della loro storia.