C’è poco da fare. Per rappresentare la politica non resta altra metafora se non quella del teatrino. Il teatrino della politica, appunto, dove troviamo gli attori, le comparse, il Gran Trombone, i guitti e anche il Gran Sfigato. Per carità, nessuno vuole qui attribuire ruoli ed etichette. Però un’umile e timida considerazione va fatta. Ci sono guitti della politica che per anni, se non per una vita intera, recitano la parte dei rivoluzionari; che si intestano le battaglie più ardue e pestano sempre la stessa acqua nel mortaio. Ma quando decidono di raccogliere i frutti del loro impegno e si lanciano in una campagna elettorale scoprono che le masse popolari erano solo nella loro fantasia. Sono i rivoluzionari dello zero virgola. Non sono dannosi. Ma se riescono a incantare un politico accorto come Nello Musumeci è segno che il teatro non sempre è innocente.