Social pieni e piazze vuote. Mentre i leoni da tastiera non muoiono mai, c’è una qualche strana tendenza a boicottare il reale in favore del virtuale. Non è un caso infatti che, in occasione di un sit-in pubblico organizzato dal Pd in piazza della Fonderia dopo gli attacchi al Capo dello Stato, a far sentire le proprie ragioni erano appena una cinquantina. Per Lega e Movimento 5 Stelle il presidente Sergio Mattarella avrebbe avuto delle ostilità di natura europea nei confronti dei due partiti, ostilità talmente grandi da impedirgli di formare il governo. Così in fila per sei col resto di due, gli uomini del partito dell’opposizione sono scesi in piazza con il lodevole intento di manifestare vicinanza al loro carissimo e palermitanissimo concittadino.
È da poco tramontato il sole quando Mattarella pone un veto alla squadra dell’esecutivo. Sarebbe stato il nome di Paolo Savona – dichiaratamente anti-europeista – al Ministero dell’Economia a pregiudicare la formazione del nuovo governo. Da lì è un attimo. Su Twitter e su Facebook piovono a cascata insulti contro il presidente, a detta di molti schierato e affatto sopra le parti. Si digita allo scandalo, si porta #impeachment al primo posto tra i trend topic, si aizzano le folle con una diretta, ci si improvvisa costituzionalisti da un comodo divano. C’è persino qualcuno che ha la faccia tosta di scrivere in favor di pixel “La mafia ha ucciso il Mattarella sbagliato”.
Da lì è un attimo, si diceva, e parte la mobilitazione in difesa dell’uomo dal cognome altisonante che dal Quirinale ha scelto il rispetto della Costituzione a scapito del patto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Prima si danno appuntamento di fronte alla Questura, poi migrano verso il mare, alla Fonderia Oretea. Sono pochi, pochissimi rispetto ai tanti che appena 24 ore prima avevano intasato i social network di hashtag, di post, di appelli pro o contro costringendo persino la Procura ad aprire un’inchiesta per offese e minacce. In prima linea Fabio Giambrone, Carmelo Miceli, Ninni Terminelli, Francesco Bertolino e Antonio Rubino e tutta una serie di personaggi della schiera del Partito Democratico e dei partigiani dem.
Ma al di là degli slanci e delle buone intenzioni, quella piazza semi vuota mette tristezza. Soprattutto se è piccola, come piazza della Fonderia. Soprattutto – soprattutto – perché ospita comizi senza pubblico. In una politica che ormai si misura a colpi di like, la piazza rappresenta la cartina di tornasole di tutto un sistema di consensi. E mentre i social network diventano i nuovi centri nevralgici del consenso o delle rivolte, le piazze reali non corrispondono a quelle virtuali. Like da profili fake? Che investissero denaro in comparse anziché in bot.