I numeri più allettanti sono quelli provenienti dai sondaggi, che danno Schifani al 47%. Cinque punti in più rispetto al dato che gli ha fatto vincere le elezioni. Ma funziona così da sempre. Alle prime difficoltà di un governo, ecco che si palesa un sondaggio favorevole, commissionato a un sondaggista “amico”, e spazza via le nubi. O almeno ci prova. E’ accaduto a Musumeci, nella fase terminale del suo regno, ma non è bastato a strappare il bis a Palazzo d’Orleans; accade, oggi, a Schifani, di fronte alla difficoltà dei bilanci in disordine e della scure dei magistrati contabili.
Piuttosto che parlare degli 866 milioni da accantonare nella prossima Finanziaria, è più utile evidenziare che la fiducia nel governatore “resta molta/abbastanza alta per il 49% del totale del campione” selezionato da Noto per Italpress. Un istituto notoriamente vicino al centrodestra e all’ex presidente del Senato. Ma la cipria osannante dei numerini e delle percentuali non ha mai risolto i problemi della politica. Non ricuce le ferite lasciate dai numeri veri, quelli scritti nei bilanci e segnati con la matita blu dalla Corte dei Conti.
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Nella foto Antonio Noto, sondaggista