Il Movimento 5 Stelle non si schioda dall’imbarazzo. A quattro giorni dalla scadenza per la presentazione delle candidature alle primarie, il candidato grillino non c’è ancora. Né Cancelleri, né Di Paola, né Sunseri. L’incontro di sabato a Caltanissetta, alla biblioteca Scarabelli, è servito (in parte) a sancire un “metodo”. Tra le direttive approvate dall’assemblea degli iscritti, infatti, c’è quella in cui si dà “mandato al presidente Conte nel trovare il metodo (compresa la votazione interna) o la sintesi tra tutte le disponibilità avanzate alla candidatura alle presidenziali 2022”. Conte, da qui a poche ore, avrà l’onere di dover decidere quale candidato o, eventualmente, di dare indicazioni sulla selezione dello stesso. Il tempo stringe, ma il Movimento non dispera, sebbene paghi già parecchi giorni di ritardo rispetto ai competitor: Claudio Fava è in azione da settimane, mentre Caterina Chinnici – scelta dalla direzione del Pd – domani sarà a Palermo per la conferenza stampa e i primi incontri.
Il Movimento no. Non ha ancora deciso. Il dubbio maggiore riguarda la posizione di Giancarlo Cancelleri, che ha già consumato un paio di mandati all’Ars, e pertanto sarebbe “escluso” dal doppio vincolo di mandato (che Conte, però, dovrebbe chiedere di abolire nei prossimi giorni attraverso una votazione online). Molti nel Movimento non sono d’accordo, a partire dal deputato termitano Luigi Sunseri, che ieri ha parlato da candidato in pectore: “Ho in mente un solo obiettivo: condurre, insieme agli attivisti e ai colleghi, il MoVimento 5 Stelle al governo della Sicilia – ha scritto Sunseri sui social -. Dobbiamo vincere prima le primarie di coalizione e, subito dopo, le elezioni regionali. Serviranno le forze e le energie di tutti quanti, non soltanto dei portavoce ma anche tutti gli iscritti e chiunque altro voglia dare il proprio contributo”. “La Sicilia ha bisogno di discontinuità – ha detto inoltre -. Il cambiamento che necessita è radicale. Dobbiamo dimostrare che esiste una Sicilia migliore rispetto alle proposte di Dell’Utri e Cuffaro, ed è per questa Sicilia che occorre combattere senza sosta”.
Da parte di Cancelleri erano arrivate parole di sprono: “Non dobbiamo perdere più tempo e sostenere che Conte, con rispetto, entro il 30 di giugno scelga non solo il candidato che ci rappresenta in maniera unitaria in questa competizione delle primarie, ma ci dica anche i tempi e il metodo con il quale intende fare anche le liste provinciali per le Regionali. Altrimenti non stiamo parlando di niente”. E ancora: “Se non vinciamo queste primarie, il Movimento finisce. Ma non in Sicilia, finisce in Italia. Nel 2012 abbiamo dimostrato che il cambiamento era possibile: quando altrove non prendevamo un consigliere comunale, noi abbiamo lanciato il Movimento da questa terra. E così nel 2017, quando Renzi era al 40 per cento e ci davano per morti. Siamo ripartiti dalla Sicilia”.
Di Paola, nominato referente regionale da Conte, si limita a frasi di circostanza: “Oggi mi avete emozionato – è il messaggio recapitato via social agli iscritti -. Siamo un grande collettivo che nelle diversità si confronta ed esce compatto. Entusiasmo, squadra e voglia di vincere. Dalla Sicilia ripartiremo, conquisteremo la Regione e lo faremo insieme”. Resta l’arcano: chi sarà il candidato? Nelle ultime ore rimbalza anche l’ipotesi Nunzia Catalfo, catanese e madrina del Reddito di cittadinanza. Vista all’opera nel secondo governo Conte come ministra del Lavoro.