Non si attenua il dibattito sull’abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. La riforma voluta dal Ministro Bonafede, equivalente al “fine processo mai”, entrerà in vigore il 1° gennaio, anche se gli alleati di governo scalpitano: Italia Viva vuole battere strade alternative, mentre il Pd ha proposto un ritorno al modello-Orlando, con la sospensione del provvedimento per 42 mesi. L’ultimo intervento, però, è quello dell’ex Ministro Calogero Mannino, che in un’intervista all’Adnkronos ha definito la riforma “l’errore degli errori”, perché “introduce una lesione difficilmente sanabile” dei “principi che assicurano a un sistema, a un ordinamento giudiziario, principi di certezza”. Mannino, di recente, è stato assolto in appello nel processo stralcio sulla cosiddetta trattativa tra Stato-mafia, dopo un’assoluzione di primo grado per minaccia a corpo politico dello Stato. Una sentenza arrivata, nonostante il rito abbreviato, dopo sette anni. L’ex democristiano, che da poco compiuto 80 anni, già in passato è stato assolto in maniera definitiva dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa al termine di un processo durato quasi vent’anni. Sul tema della prescrizione, e non solo, Mannino non risparmia attacchi al Pd: “Mi pare che fino a questo momento il Pd sia stato in tutto al rimorchio del capriccio dei Cinque stelle – dice l’ex ministro – A partire dalla prescrizione. Ma anche con riferimento a tutti gli atti politici che il governo ha fin qui compiuto”.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Prescrizione, “Pd a rimorchio di Bonafede”
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