Portano Di Maio sulle spalle

Da sinistra Giuseppe Mazzonello (candidato a Trapani), Antonio Tringali (Ragusa) e Gaetano Sciacca (Messina)

Dal titolare di un centro stampa, e presidente del Consiglio comunale uscente, a un’attivista nota per la pioggia di critiche rivolte all’ex premier Matteo Renzi, in diretta su Rai 3, durante una visita istituzionale in città. Ma nell’esercito dei grillini che si presentano alle elezioni Amministrative del prossimo 10 giugno, ci sono anche un insegnante di teorie e tecniche dell’interpretazione scenica, un ispettore del lavoro e un ex assistente parlamentare.

Partiamo da quest’ultimo. Quello che – a rigor di logica – vanta più esperienza dei colleghi in ambito politico. Si tratta di Giuseppe Mazzonello, architetto di 49 anni, candidato a sindaco di Trapani. E’ lui il portaborse di Vincenzo Santangelo, dal 2013 al 2017 portavoce dei senatori a Cinque Stelle. I più maliziosi individuano nell’amicizia e nella collaborazione quotidiana fra i due i motivi della corsa a palazzo d’Alì di Mazzonello, che ufficialmente è stato selezionato con cura dal meetup cittadino. “Il nostro programma è scritto nell’interesse di tutti e non dei pochi “padroni del vapore”” ha esordito durante la sua presentazione. Non saranno stati i padroni del vapore, qualche giorno fa, a fargli fuori la motoape usata per la campagna elettorale (e successivamente ritrovata in un’officina abusiva). Mazzonello, che non è passato dalle Comunarie perché “il nostro statuto non lo prevede”, è specializzato in ambito paesaggistico e punta forte sul treno-tram, un sistema di trasporti green nell’ottica della sostenibilità ambientale. Guida una squadra dall’età media molto bassa (38 anni), composta per la maggior parte da laureati.

Ha idee un po’ meno chiare, giustificate da un retroterra politico quasi inesistente, Silvia Russoniello, la contestatrice di Renzi, candidata per la poltrona da primo cittadino a Siracusa. Attivista di Belvedere, 43 anni, una sola competizione alle spalle: quella da consigliere di circoscrizione di Tiche, in cui raccolse un’ottantina di voti che non fecero scattare il seggio. Ma anche lei ha amicizie influenti: su tutte, quella di Stefano Zito, il deputato regionale più votato del Movimento 5 Stelle. Russoniello, all’apparenza, è un nome debole, poco conosciuto in città. Nella vita gestisce una sala ricevimenti a Siracusa, che nel curriculum suona comunque meglio di “steward al San Paolo di Napoli”. Fra gli obiettivi c’è il taglio agli sprechi della pubblica amministrazione e, forse, il titolo di Miss Spending Review (al maschile il nickname è già occupato da tale Carlo Cottarelli). Nelle ultime ore ha fatto parlare molto la foto che ritrae Russoniello in compagnia del candidato sindaco leghista, Ciccio Midolo. Qualcuno blatera di un possibile accordo al secondo turno, ma il Movimento smentisce categoricamente: “Solo rapporti cordiali”.

Chi, come Russoniello, è un po’ indietro con la campagna è Giovanni Grasso, professore all’istituto musicale Bellini di Catania. Sessantenne con l’animo democristiano, che non ha mai votato a sinistra e una volta, spinto dal moto bossiano di protesta, decise di provare persino la vecchia Lega Nord. E’ stato lui stesso ad ammetterlo, spiegando che oggi le ideologie non esistono più e che il suo obiettivo è risanare la città e il tessuto sociale dilaniato. Grasso, che ha vinto il ballottaggio dei meetup cittadini per un solo voto, ha nominato la sua sfidante Matilde Montaudo vice-sindaco in prima battuta. La sua campagna è cominciata tardi, tardissimo, a causa dei tempi grillini per la certificazione delle liste. Conta di prendere fra il 20 e il 30% (cinque anni fa il M5S sprofondò al 3%), ma già in queste settimane è stato vittima di un suo assessore designato, Guido Ciraolo, che si è ritirato dalla corsa dopo aver saputo di un avviso di garanzia a suo carico. Forse Grasso si è salvato in corner, ma il tempismo non è certo l’arma vincente della sua candidatura.

Il decano del gruppo è l’ingegner Gaetano Sciacca, che corre a Messina, le reggia di Accorinti. Molto meno trasandato nel look, con una laurea in ingegneria, Sciacca, 62 anni, chiede ai messinesi di avere fiducia in lui “perché sono un tecnico. E la città non ha un sindaco ingegnere dai tempi di Merlino”. Sono trascorsi oltre quarant’anni. E’ stato a capo del Genio Civile: sotto la sua direzione – questa è una spilletta da appuntarsi al petto – furono completati i lavori per la messa in sicurezza di Giampilieri, uno dei villaggi travolti dal fango nell’ottobre 2009. Evento che costò la vita a 37 persone. Guida l’Ispettorato del Lavoro e il primo atto post-insediamento – parole sue mutuate dal regolamento a 5 Stelle – sarebbe la riduzione del 20% della sua indennità e di quella degli assessori.

Infine, Antonio Tringali. L’uomo di mezzo tra Federico Piccitto, che non si è ricandidato, e Stefania Campo, la deputata regionale che a fatica sta cercando di guidare la transizione all’interno dei Cinque Stelle di Ragusa dopo il caos degli ultimi mesi. Fra intercettazioni date in pasto alla stampa, liti fra i meetup, diserzioni più o meno volontarie, e una sonora bocciatura (quella di Piccitto, appunto), Tringali rappresenta l’ultima ancora di salvezza. Ragusa è stata la prima città capoluogo, cinque anni fa, ad affidarsi alla cura grillina. E anche alle ultime Politiche ha sfondato. Certo, stavolta non sarà facile. Perché il Movimento, e la sua lista unitaria di 24 candidati, sarà contrapposta agli oltre 400 presentati dai competitor di centrodestra e centrosinistra. Tringali è un profilo cauto, quasi rassicurante, cui solo Faraone in campagna elettorale ha fatto perdere le staffe  (ricordate il caso dell’imprenditore fallito Bramini? Il renziano doc diede la colpa al comune di Ragusa, salvo ottenere in cambio una strigliata clamorosa). Il centro stampa citato in apertura è proprio di Tringali, dal cui curriculum emerge un grande legame con il mondo animale (è stato consulente Enpa). Ha lodato i 60 milioni di investimenti della giunta Piccitto, ma sa bene che c’è molto da fare. Se saprà liberarsi dalle grinfie della concorrenza. E del suo stesso partito.

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