Ma che faceva il Bullo nella prima vita, quando ancora non c’era Ezio Bigotti, avventuriero da cento milioni di euro, non c’erano le raccomandazioni di Antonello Montante e nemmeno l’amicizia con il faccendiere di antico pelo che alberga nella sua stanza? Le cronache giudiziarie di Livesicilia, a firma di Riccardo Lo Verso, ci dicono che il Bullo – un Principe degli Azzeccagarbugli – otteneva incarichi dalla politica: consulenze milionarie dall’Istituto Case Popolari, dal Teatro Massimo, da enti, partecipate e anche dall’Amat. Succedeva che gli amministratori – gentuzza di sottogoverno – si affidavano a lui credendo di scegliere l’uomo di Berlusconi e di ottenere in cambio chissà quali favori. Ma Berlusconi non c’è più. E il Bullo, per ottenere i soldi delle parcelle, è costretto a fare causa. L’ultima l’ha persa. C’è un giudice a Palermo, non solo a Berlino.