Il fiume esonda e stermina una famiglia. E’ stata la notte più nera di Casteldaccia, in provincia di Palermo, dove l’acqua ha travolto un’abitazione di campagna all’interno della quale si trovavano due nuclei appartenenti allo stesso ceppo: i Giordano. L’esondazione del Milicia li ha colti di sorpresa, poco dopo le 22. E ha ammazzato nove persone. Solo una si è salvata arrampicandosi su un albero, mentre tentava di segnalare col cellulare quanto scorreva di fronte ai propri occhi. Altri due, il padrone di casa Giuseppe Giordano e una nipote, si erano allontanati poco prima della tragedia per una commissione, e sono rimasti immuni.
Ma anche un ragazzo di 15, Federico.
Sul posto i sommozzatori dei vigili del Fuoco per il recupero delle salme. Anche il sindaco di questo paesino che sorge pochi km a est di Palermo non si dà pace: “E’ una tragedia spaventosa, il Milicia è un piccolo fiume con una portata molto limitata d’acqua. Non ha mai rappresentato un pericolo – ha spiegato Giovanni Di Giacinto a Live Sicilia – e quella di ieri a Casteldaccia non è stata una giornata molto piovosa. Si tratta di un fiume che nasce nella zona di Ciminna – spiega -, sembra che sia arrivata una improvvisa piena che ha sorpreso le persone all’interno della villetta”.
IL RACCONTO DEL SOPRAVVISSUTO: “NON SO COME MI SONO SALVATO”
“Non so neppure io come mi sono salvato”. Davanti all’obitorio del Policlinico, sprofondato su una sedia, Giuseppe Giordano ricorda gli attimi fatali della tragedia di Casteldaccia. “Mi sono accorto – racconta – che l’acqua stava entrando a casa. A tutti ho detto: andiamo subito via. Ma, appena ho aperto la porta, sono stato investito da un fiume d’acqua che mi ha catapultato fuori. Mi sono aggrappato a un albero. Così sono sopravvissuto”. “Mio figlio Federico ha tentato di salvare la sorellina. Ma sono morti tutti e due”: nel ricordo affiora una scena drammatica nella villetta invasa dall’acqua. “Ho visto – racconta – le vetrate diventare scure, la luce è andata via, uno strato di fango si muoveva sul pavimento. Ci siamo spostati nella stanza accanto. E qui c’era mio figlio Federico che aveva in braccio la sorellina Rachele. Ci penso io, mi ha detto. Poi ho aperto la porta e non c’è stato più scampo”.
IL SINDACO: “QUELLA CASA ERA ABUSIVA”
“La casa travolta dal fiume era abusiva e pendeva dal 2018 un ordine di demolizione del Comune che è stato impugnato dai proprietari dell’immobile davanti al Tar. Da quanto ci risulta ancora il tribunale amministrativo non ha provveduto, per cui la demolizione non è stata possibile”. Lo dice il sindaco di Castedaccia Giovanni Di Giacinto in merito all’immobile travolto dalla piena del fiume Milicia in cui sono morte 9 persone. La pratica relativa all’ordine di demolizione disposto dal Comune di Casteldaccia dopo l’accertamento dell’irregolarità della costruzione è stata sequestrata dalla Procura di Termini Imerese che sta indagando. L’impugnazione davanti al Tar del provvedimento emesso dall’amministrazione comunale avrebbe bloccato l’esecuzione della demolizione. L’immobile non era sanabile in quanto realizzato a meno di 150 metri dal fiume, quindi in zona di inedificabilità assoluta.
UN MORTO A VICARI, UN DISPERSO A CORLEONE
E’ stato un sabato nero – la Protezione Civile annunciava allerta rossa su tutta la Sicilia Occidentale – sotto il profilo maltempo. Anche a Vicari uno dei due dispersi di giornata è stato trovato morto: si tratta di Alessandro Scavone, 44 anni, titolare di un distributore di carburanti. Assieme a Salvatore d’Amato, 21 anni, si era recato al distributore per recuperare un terzo giovane che si trovava isolato. La loro Jeep è stata investita dalla furia dell’acqua: due sono riusciti a mettersi in salvo lanciandosi dal veicolo, Alessandro non ce l’ha fatta. Il bilancio delle vittime sale a dieci. Mentre a Corleone un medico di 40 anni non dà sue notizie da ieri: si chiama Giuseppe Liotta e stava raggiungendo l’ospedale per prendere servizio. La sua macchina è stata ritrovata chiusa a chiave, tra la statale 18 e la provinciale 96. Probabile che sia riuscito a scappare e mettersi in salvo.
MORTI ANCHE A CAMMARATA: IL BILANCIO SALE A 12
Altri due morti in Sicilia. I vigili del fuoco stanno recuperando i corpi di due persone travolte con la propria auto da un torrente esondato nei pressi di Cammarata, in provincia di Agrigento. Le vittime, di mezza età, sono originarie di Cammarata ma residenti in Germania da anni. La tragedia è avvenuta in contrada Sant’Onofrio.
ALTRI EPISODI FRA PALERMO E AGRIGENTO
Ore drammatiche sabato sera si sono vissute in provincia di Palermo tra Villabate, Bagheria, Altavilla e Misilmeri. Un treno è deragliato a Cammarata. Nessun ferito tra i cinque viaggiatori a bordo, fanno sapere dalla Protezione civile regionale. Ma anche nell’Agrigentino diversi i disagi per l’esondazione del fiume Akragas a San Leone.
Ancora in provincia di Palermo, si sono vissuti momenti di panico per la scomparsa di una mamma e della sua bambina nelle campagne tra Ficarazzi e Bagheria. La donna e la figlia sono state ritrovate aggrappate a un albero. Nella zona gli allagamenti hanno coinvolto le strade nelle zone di campagna. Interventi dei carabinieri anche a Trabia, dove un uomo è rimasto bloccato in auto, e a Lercara Friddi, dove invece sono state soccorse 8 persone in una villetta invasa dalla pioggia.
CONTE IN SICILIA, IL CORDOGLIO DI MATTARELLA
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, appresa la tragedia che si è verificata nella Sicilia occidentale, si è recato stamattina nell’Isola, mentre da Trieste, è arrivata la solidarietà del Presidente della Repubblica. “In queste ore tanti nostri militari, che ringrazio particolarmente, – ha detto Mattarella – sono impegnati con tanti volontari nel soccorso ai territori che sono stati investiti da un’ondata di maltempo con drammatiche conseguenze di lutti e devastazioni. Ai familiari delle vittime va tutte la vicinanza dell’Italia e alle zone colpite la solidarietà piena e concreta”.