Esiste una professione che si chiama light designer. E un ragazzo di Gangi, ancora giovanissimo, che la interpreta al meglio: Pietro Locicero. Nel 2017, dopo una selezione durissima, Locicero è riuscito ad accedere al Corso per Light Designer bandito dal Teatro alla Scala di Milano, dove ha ottenuto il titolo – sudato e meritatissimo – un anno dopo. Da quel momento, Pietro “costruisce” disegna la luce, la costruisce. Cura il design luminoso in vari spettacoli teatrali, e non ha mai abbandonato i luoghi d’origine, dove torna spesso per collaborare con le associazioni del posto: dalla Fuorilogos all’OtqA.
Di Locicero parla un articolo di Marianna Lo Pizzo sul sito madoniepress.it: “Quando ti scrive ti saluta con una lampadina accesa come emoticon e se ripercorri indietro il nastro delle conversazioni e gli chiedi, Pietro cosa vuoi fare da grande, lui ti risponde che vuole disegnare con la luce, non fotografando, ma costruendola la luce, affinchè gli occhi di chi guarda possano credere nella fotografia, possano avere un quadro della realtà, scolpito secondo un immaginario fantastico, nuovo”.
Una passione innata che altri non si sognerebbero. Eppure Pietro è così: innovatore, sfrontato, un pizzico esuberante. Caratteristiche necessarie per arricchire il menu della sua carriera che, ad appena 22 anni, lo manda in giro per l’Italia, a frequentare alcuni workshop a Terni e Roma sul desing della luce. Un investimento su una formazione che non si è mai fermata. Ha lavorato al recital Mary Poppins e a numerose tragedie greche si sono tenute al Teatro Greco di Siracusa, ma l’ultima sfilata di Gucci l’ha visto protagonista (anche alla presenza del cantautore Achille Lauro come testimonial): alla fashion week milanese, era presente un’installazione scenografica gigantesca che era possibile seguire anche attraverso l’account instagram di Pietro. L’ultima luce era sua.