L’arte per offrire resistenza alle ferite e per offrire testimonianza dell’incessante battaglia di crescita della collettività. L’arte contemporanea per il trentesimo anniversario delle stragi mafiose di Palermo [1992 – 2022]. “Piccolo animismo” è il nome dell’opera allestita a Piazza del Parlamento oggi alla presenza dell’artista Arcangelo Sassolino, del direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso e di Alessandro De Lisi, curatore del progetto per la Fondazione Falcone.
Nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, il ricordo dei giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e degli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, viene narrato con e attraverso l’arte contemporanea.
L’opera imponente, allestita su Piazza del Parlamento proprio davanti il Palazzo Reale, è un grande contenitore realizzato con lastre di acciaio inox saldate tra loro attraverso un processo ciclico di immissione e sottrazione di aria in pressione. Il volume subisce trasformazioni che modificano la fisicità dell’opera.
Si tratta di una scultura “generatrice di forma” viva. Essa stessa diviene energia. Arcangelo Sassolino carica la sua opera di una tensione che scuote dall’interno la materia, per ricordare ai visitatori che i cambiamenti della società richiedono un’azione di coinvolgimento densa di energia e di conflitti.
“Un’opera importantissima su Piazza del Parlamento. Sullo sfondo il Palazzo Reale. Un Palazzo vivo più che mai. Un Palazzo – dice Patrizia Monterosso, direttore generale della Fondazione Federico II – che parla di cultura e di arte costantemente. Si parla di arte e di cultura anche ai Quattro Canti e per le vie di tutta la città. Arte che sopravvive e oppone resistenza alle scorie della storia, alle violenze e parla non più di contrapposizione tra forma e materia ma di energia pura. Lo fa per ricordare che i conflitti richiedono una grande resistenza e quanto sia necessario non perdere di vista gli obiettivi. L’arte è eterna. È il suo linguaggio è eterno”.
Il respiro profondo e sincopato di questa installazione è generato da una spinta di “materia contro materia”, aria e acciaio, pressione su metallo che genera cambiamenti di forme e di suono. Per vincere la mafia servono tutti i mondi assieme: serve coraggio e libertà.