Ventimila euro, con due differenti impegni di spesa, per omaggiare con piccoli doni gli “alti rappresentanti istituzionali” in visita a Palazzo d’Orleans; sei mila per allestire il buffet e deliziare il palato della commissaria europea Elisa Ferreira; altrettanti per acquistare nove coppie di teste di moro; circa la metà, invece, sono bastati per proiettare sul palazzo di Schifani la bandiera di Israele dopo il vile attacco di Hamas. Renato Schifani, inoltre, non ha mai lesinato contributi a singole iniziative: il villaggio dell’Aeronautica a Ragusa, il Med Photo Fest in programma a Catania e Caltagirone, la fornitura di addobbi natalizi e stelle di Natale “nelle stanze di pertinenza del presidente presso la sede di Catania”. E poi, ancora, iniziative religiose e folcloristiche di ogni tipo. A stilare una lista precisa e dettagliata è stata l’edizione palermitana di Repubblica.
Non si può certo affermare che il governatore manchi di ospitalità. Ma di certo la sua azione non è improntata al risparmio. E non c’entrano le spesucce di cui sopra. Perché a furia di guardare la pagliuzza si rischia di non vedere la trave. Prendete il turismo: è un capitolo che esigerebbe una disamina lunga alcune pagine. Ma per andare al sodo, basterebbe concentrare l’attenzione sulle spese per la “comunicazione”, cioè sulla promozione del brand Sicilia attraverso tutti i canali ritenuti utili (dall’ex assessore Messina). Talvolta, però, sovrastimando non solo gli investimenti ma anche l’effettivo ritorno. Ad esempio, l’assessore al Turismo Elvira Amata crede e va ripetendo che SeeSicily è stata una manna dal cielo perché in Sicilia il numero dei visitatori è aumentato. Peccato che sia stato un suo dirigente, Antonio Cono Catrini, a revocare i contratti con gli albergatori vista l’impossibilità di riscattare i voucher per i turisti: quelli della notte gratis ogni tre trascorse sull’Isola.
L’indagine della Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione europea sul programma stipulato nel 2020 dall’ex assessore Manlio Messina, e portato avanti dalla corrente turistica di Fratelli d’Italia, si è soffermata sul maxi investimento destinato alla “comunicazione”, il cui plafond è cresciuto a dismisura: passando dai 4,8 milioni iniziali fino a 24,8. Gli unici ad aver beneficiato dell’enorme mole di denaro a disposizione per SeeSicily (70 milioni complessivi, di cui 39 potrebbero tornare a Bruxelles entro l’anno) sono stati i colossi editoriali – da Cairo a Publitalia ’80 – che hanno sponsorizzato la bellezza dell’Isola sui giornali e nelle trasmissioni televisive. Per un lancio della campagna nel corso di “Ballando con le Stelle” sono andati in fumo 414 mila euro. Eppure l’assessore Amata, alla vigilia di Ferragosto, ha annunciato “una campagna di comunicazione importante per il futuro”, spiegando di puntare le proprie fiches “sull’estero e l’internazionalizzazione. Dobbiamo andare in quei paesi che conoscono poco la Sicilia”. Come? Pagando ovviamente. “Bisognerà realizzare una campagna martellante negli aeroporti, sulle tv e sugli altri mezzi di comunicazione. Dobbiamo rispettare la mission del nostro assessorato: vendere il brand Sicilia”. La preghiamo assessore, si fermi.
Su questo e altri abusi dovrebbe concentrarsi l’attenzione e l’indignazione dei siciliani, oltre che della politica e dell’Assemblea regionale. A partire dallo spreco clamoroso di 3,7 milioni di euro per la mancata realizzazione di uno shooting fotografico al Festival di Cannes: anch’essi tornati a Bruxelles – per direttissima – dopo che il presidente della Regione Schifani ha revocato in autotutela il provvedimento adottato da un altro dirigente del Turismo, Calogero Franco Fazio, all’insaputa (pare) dell’incorreggibile Scarpinato. La Regione aveva affidato senza bando, a una società del Lussemburgo, il costoso tesoretto (poi) svanito nel nulla. Com’era solito fare in passato Manlio Messina, anche se a cifre di gran lunga inferiori (nel 2022 la mostra era costata 2,2 milioni).
Rimanendo in tema di turismo, perché è in quell’ambito che le spese diventano folli, non si può ignorare un altro decreto da 3 milioni per finanziare le Celebrazioni Belliniane: un doppio appuntamento, fra il Bellini Context di Catania e la Settimana della Musica Sacra di Monreale, che ha avuto luogo in queste settimane. Il provvedimento porta la firma di un altro dirigente: il responsabile del Servizio 6 Giuseppe Librizzi. Ma la voce che ha fatto più discutere, manco a dirlo, è quella relativa ai “servizi generali di organizzazione, servizi tecnici, e servizi promopubblicitari” per quasi 900 mila euro. La commessa, al termine di una procedura negoziata ristretta, è stata affidata alla VM Agency di Palermo, con sede in corso Finocchiaro Aprile. Che lo scorso aprile ha già incassato il 20% dell’assegno. Ma che ci avranno fatto con tanti soldi? Persino le istituzioni liriche coinvolte guadagneranno meno: al Teatro Massimo Bellini di Catania sono andati 740 mila euro, al Massimo di Palermo 100 mila, alla Sinfonica 760 mila, alla Fondazione Taormina Arte di Ester Bonafede solo 70 mila. Al Teatro Vittorio Emanuele di Messina 250 mila euro.
Ma c’è un’ultima chicca di questi giorni. La nuova dirigente al Turismo, nominata da Schifani al posto di Cono Catrini (si chiama Maria Concetta Antinoro), ha firmato un decreto da 480 mila euro per l’acquisizione dei “servizi generali di organizzazione, ospitalità, allestimenti, service, audio luci, pubblicità e promozione”, utili alla realizzazione degli Stati generali del Cinema che dovrebbero tenersi a Siracusa dal 12 al 14 aprile. La kermesse, come scrive il Giornale di Sicilia, dovrebbe ospitare grandi case di produzione, i responsabili delle Film Commission delle altre regioni (noi abbiamo il sempreverde Nicola Tarantino, ex commissario della Foss) e dei festival più prestigiosi (Venezia e anche Cannes), oltre agli organizzatori dei David di Donatello e dei Nastri d’Argento. Adesso scatterà la fase per l’assegnazione degli appalti, da cui potrebbero emergere nuove, croccanti novità. Schifani ne è al corrente o si paleserà a giochi fatti?
E’ già successo un’altra volta, dopo Cannes: all’epoca il presidente della Regione ritirò il contributo da mezzo milione a Rcs Sport, la società di Urbano Cairo, per l’organizzazione della Palermo Sport Tourism Arena. Una decisione che fece insorgere Fratelli d’Italia. Ma che tendenzialmente conferma un’impressione: in questa regione di sono sprechi di Serie A e sprechi di Serie B. Alcuni, i più gravi, tendono sempre a passare inosservati. I paragoni con le teste di moro e i buffet a base di finger food, dateci retta, non reggono.