Il presidente Musumeci non parla. E con lui non parlano neppure i quattro assessori chiamati in causa da altrettante inchieste giudiziarie. Mantiene il silenzio Toto Cordaro, puntato dalla procura di Termini Imerese per voto di scambio. Tace Roberto Lagalla, rimasto impigliato nelle maglie giudiziarie per una borsa di studio regalata ai massoni di Castelvetrano quand’era ancora rettore. E non parlano nemmeno gli altri due “avvisati”, Mimmo Turano e Marco Falcone, finiti nei guai per reati di lieve conto. Allora perché il Governatore non vuole affrontare il dibattito parlamentare? Le storielline di Cordaro, Lagalla, Turano e Falcone non sono tali da destare allarme per il governo. Forse – a pensar male spesso ci si azzecca – il terrore di Musumeci è che il dibattito possa scoperchiare all’improvviso un sepolcro imbiancato ma finora mai adeguatamente esplorato.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Perché Musumeci teme il dibattito
marco falconemimmo turanonello musumeciroberto lagallatoto cordaro
-
Articoli Correlati
-
Abbasso le competenze
la casta non le sopportaVito Riggio getta la spugna. La Regione lo aveva insediato al vertice dell’aeroporto di Palermo…
-
Ma dei dazi di Trump
la Sicilia se ne fregaNon bastavano le due emergenze che hanno stretto la Sicilia in una morsa per tutto…
-
Un colpo per l’uomo
di Palazzo d’OrleansAi tanti flop che il nostro cronista ha appena elencato qui sopra bisogna forse aggiungerne…