Marco Falcone, centomila preferenze tutte rigorosamente targate Forza Italia, non poteva che fuggire dal governicchio di Renato Schifani. Palazzo d’Orleans non è il luogo geometrico della trasparenza. E’ l’edificio dove convergono gli interessi di pochi gruppi di potere, non tutti rappresentanti del popolo; dove le scelte cruciali vengono delegate a un opaco avvocato d’affari; dove le ragioni del sottogoverno prevalgono su quelle del governo; dove non affiora mai un’idea, un’intuizione, un progetto. Falcone da quel palazzo ha ricevuto solo umiliazioni. Bersagliato dai rancori e dalle manovre oblique del presidente, ha deciso di spezzare i vincoli del galateo istituzionale e ha staccato il biglietto per il parlamento europeo. Senza contrattazioni sottobanco, senza tormenti né ripensamenti. Meglio l’aria nuova di Bruxelles che il respiro rancido del retrobottega.
Giuseppe Sottile
in Operette immorali
Perché Falcone sceglie Bruxelles
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