Non ci sta a farsi mettere nell’angolo su quel che considera probabilmente una delle principali figure del suo Pantheon d’ispirazione. Giorgia Meloni di buon mattino arriva a Palermo per partecipare alle celebrazioni del trentunesimo anniversario della morte del giudice Paolo Borsellino, dilaniato da una bomba della mafia. Viene anticipata dai sospetti e dalle polemiche per aver ridotto al minimo indispensabile la sua presenza nel capoluogo palermitano, dopo settimane passate a tra l’affaire Santanché e quello Delmastro, contrappuntate dalle fughe in avanti del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Meloni viene anticipata in Sicilia dalle parole di Sergio Mattarella, che è sembrato alludere all’opportunità di non intervenire sul concorso esterno in associazione mafiosa quando, ricordando anche lui Borsellino, ha invitato a “combattere le zone grigie della complicità con la stessa fermezza con cui si contrasta l’illegalità”. Parole non passate inosservate tra i corridoi del governo. Continua sull’Huffington Post
Pietro Salvatori
in Buttanissimi Extra
Per riavvicinarsi a Borsellino Meloni si allontana da Nordio
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