La furia di Stefano Bisi su abbatte sul primato della Sicilia a poche ore dall’approvazione della Legge Fava, che “obbliga” i politici dell’Isola e rendere nota l’eventuale adesione alla massoneria. E come ogni Gran Maestro che si rispetti, le decisioni non proprie – ma di altri – sono da condannare: “Oggi in Sicilia è stata scritta una pagina nera per la democrazia e la libertà d’associazione nel nostro Paese – spiega Bisi, il Gran Maestro del Goi (Grande Oriente d’Italia) – La legge votata ed approvata dall’Assemblea regionale siciliana e che prevede l’obbligo per i parlamentari eletti di dichiarare la propria appartenenza alla Massoneria, è qualcosa di mostruoso sul piano giuridico e morale. Si tratta di un provvedimento molto grave e pericoloso perché viola norme costituzionali ed europee e mina palesemente alla base la libertà di ogni individuo”.
A sostegno delle sue tesi, il Gran Maestro trova sponda in un una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, anno 2007, in cui lo Stato italiano veniva condannato per l’approvazione, da parte del Friuli Venezia Giulia, di una legge “che fissava regole e norme per le nomine a cariche pubbliche, prevedendo che chi avesse voluto ricoprire determinate cariche doveva dichiarare l’appartenenza a società segrete di tipo massonico”. Per Bisi “la Sicilia ha voluto superare ogni limite del diritto e del buonsenso”. E il Gran Maestro, non accettando il verdetto del campo, è pronto a mettere in moto la grande macchina della giustizia pur di vedersi riconosciuta la ragione: “I liberi muratori del Grande Oriente d’Italia percorreranno tutte le vie legali necessarie perché un simile provvedimento che ghettizza e marchia in modo inqualificabile e pretestuoso i massoni venga rimosso ripristinando un necessario e ineludibile diritto alla libertà di ogni cittadino di far parte di qualsiasi associazione”. Alla faccia.