Dopo la prima seduta fiume di questa sessione Finanziaria, l’Ars porta a casa un risultato a metà: un emendamento del governo all’articolo 1, infatti, ha permesso di adeguare (in parte) le indennità dei sindaci siciliani a quelli del colleghi del resto d’Italia. Lo stanziamento del governo consente però di coprire l’aumento per il 70%, gli altri fondi bisognerà reperirli dai bilanci comunali: “Tutto quello dichiarato dal governo in questi giorni si scontra con la realtà dei fatti – scrivono i grillini De Luca e Sunseri in una nota -: le somme stanziate con l’articolo 1 della Finanziaria sono insufficienti a coprire l’aumento delle indennità di sindaci ed assessori. Nulla anche per i consiglieri comunali e di quartiere che continuano ad essere ignorati dall’esecutivo. Ci volevano undici milioni di euro e ne sono stanziarti solo sei. Il governo la smetta di prendere in giro gli amministratori”. L’emendamento è stato votato favorevolmente anche dal Pd, che però segnala come “la cifra proposta del governo non basta”.
Un’altra norma che riguarda i comuni è quella relativa all’istituzione di un Fondo di progettazione da 200 milioni che, per l’assessore alle Infrastrutture, Alessandro Aricò, “assicurerà, nei tempi imposti dai vari Programmi di spesa extraregionali, il pieno utilizzo di tutte le risorse comunitarie e nazionali destinate a investimenti in Sicilia. L’obiettivo è superare l’endemica difficoltà di tutti gli enti pubblici siciliani: avere un “parco progetti” realmente cantierabili a cui potere ricorrere nei tempi imposti dalle autorità nazionali e comunitarie che finanziano i programmi di interventi in materia di opere pubbliche”.
Entro tre mesi, l’assessorato dovrà procedere a stabilire le modalità di accesso al fondo, per assicurare la coerenza delle attività di progettazione. Dopo la riscrittura del testo presentata da Aricò, i 200 milioni di euro sono stati destinati: alle ex Province (15 milioni); alle Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (10 milioni); alla Regione e agli enti regionali (40 milioni); ai Comuni (120 milioni, dai 160 mila euro dell’ente più piccolo ai 7,4 milioni del capoluogo regionale); alle Aree interne (4 milioni); alle isole minori (1,5 milioni); ai Comuni in dissesto finanziario fino a 40mila abitanti (3,5 milioni); alle Aree urbane funzionali (Fua) e ai Sistemi intercomunali di rango urbano (Siru), tre milioni ciascuno.
Ok all’aumento del monte ore per i precari Asu, che passano a 36 ore settimanali. Un successo rivendicato a doppia mandata dal Movimento 5 Stelle (3,6 milioni per i lavoratori dei beni culturali) e da Cateno De Luca, che è riuscito a strappare la stessa formula per i lavoratori degli enti locali, ottenendo la copertura finanziaria per il triennio 2023-2025. “Grazie al nostro contributo, affermano i deputati di Sud chiama Nord e Sicilia Vera – oltre 4 mila lavoratori Asu impiegati presso gli enti locali potranno lavorare serenamente per i prossimi anni. La nostra proposta è stata approvata con 31 voti a favore, 30 quelli contrari. Abbiamo dato così un segnale forte di vicinanza ad una categoria di lavoratori che è sempre stata bistrattata e che rischiava di subire per l’ennesima volta una discriminazione ingiustificata”. Via libera anche all’aumento per i Forestali, tramite il reperimento di 22 milioni di euro per il 2023.
Anche la gratuità dei trasporti da e per le isole minori per forze dell’ordine e personale pubblico in servizio è legge. E’ stata approvata infatti la norma, riscritta dal governo regionale, proposta dalla deputata regionale del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi. “Il governo ha impegnato un milione di euro. Ho chiesto un impegno all’assessore Falcone di appostare ulteriori somme in sede di variazioni di bilancio se quelle impegnate non dovessero risultare sufficienti” dice Ciminnisi.
A scrutinio segreto incassa il va libera la norma consente ai dirigenti regionali in pensione di far parte a titolo gratuito degli uffici di gabinetto della Regione. Stoppata, invece, la norma che istituiva un capitolo per incarichi professionali al dipartimento regionale dell’Acqua e dei rifiuti. “E’ la terza volta – dice Antonio De Luca (M5s) – che il governo va sotto. Non potevamo dare l’ok a quella che era una mancia di ben 300 mila euro al Dipartimento Acque e rifiuti, che avrebbe dato il via libera a consulenze esterne a piacimento, quando con l’articolo 9 erano già stati stanziati 200 milioni per la progettazione. Questa non è che una delle tante falle di una Finanziaria che poteva essere fatta certamente meglio”.