A Villa San Giovanni, approdo sulla sponda calabrese del Ponte sullo Stretto di Messina, alcuni dei terreni da espropriare per l’opera fanno capo a un trust inglese. Sul lato siciliano, a Villafranca Tirrena e Saponara, sono intestati a una azienda con sede a Bergamo. Ricostruendo le visure camerali si risale alla Heidelberg Materials, ossia alle ex Italcementi e Calcestruzzi. A Messina ci sono pezzi che saranno espropriati ora di proprietà di Eni Sustainable Mobility, oggi Enilive, la società del colosso energetico pubblico dedicata alla bioraffinazione, alla produzione di biometano e alla mobilità verde. Sono alcuni dei nomi che compaiono scorrendo le migliaia di pagine di elenchi di case e terreni che saranno espropriati nei prossimi mesi. I privati cittadini sono però molti di più.
La Stretto di Messina spa, la società del Mef incaricata di realizzare l’opera, riportata in vita dal governo Meloni trascorsi dieci anni dalla messa in liquidazione, ha pubblicato la lunghissima lista sul proprio sito. Soltanto per la città di Messina il documento è composto da 1.526 pagine, senza contare le mappe. I documenti pubblicati includono dati catastali, codici fiscali, destinazione d’uso, estensione precisa delle singole unità da espropriare. In totale ponte e cantieri si estenderanno per 3,7 chilometri quadrati. Gli elenchi sono stati affissi anche negli Albi Pretori dei Comuni interessati dalla costruzione della maxi-opera, diventata l’ultima bandiera del leader leghista e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Il segretario del Carroccio lo ha rivendicato anche mercoledì 3 marzo, rispondendo a una interrogazione dei Verdi.
“Questa è una risposta che dobbiamo a milioni di siciliani, calabresi e italiani dopo 50 anni di mancate promesse”, ha ripetuto Salvini, che del Ponte sta facendo uno dei suoi cavalli di battaglia. Sua la scelta di revocare lo stato di liquidazione della Stretto di Messina e di rilanciare il progetto, abbandonato nel 2012 dall’allora governo presieduto da Mario Monti, per ragioni di bilancio. Tant’è che una parte degli elenchi, ora aggiornati, corrisponde a quelli di anni precedenti. La pubblicazione degli avvisi è una fase intermedia. I cittadini e i proprietari avranno 60 giorni per prendere visione della documentazione e fare le proprie osservazioni. A Messina e Villa San Giovanni, sulle due sponde dello stretto, saranno aperti sportelli informativi per chi ha immobili o terreni nelle aree del cantiere. Continua su Huffington Post