Vince Nicola Zingaretti, il “paparino”, annaspa Davide Faraone. Che non riesce ad invertire il trend della vigilia e, quando il voto passa ai “non iscritti” deve rassegnarsi alla vittoria del governatore del Lazio, che trionfa ai gazebo anche in Sicilia (e a Palermo). Al primo turno, quello destinato agli iscritti dei circoli, la mozione Martina in Sicilia era riuscita a tenere la testa, ma non appena il Pd ha rimesso piede in piazza tutto si è capovolto. Adesso per Faraone si apre una partita interessante. Nel corso di questa campagna congressuale non erano mancate le frecciate con il neo-segretario, che aveva segnalato l’anomalia siciliana, il vulnus rappresentato dalla proclamazione di un segretario regionale senza voti (Faraone lo è diventato per il ritiro della Piccione dalle primarie di dicembre). In molti, fra i sostenitori di Zingaretti, sperano di riaprire la questione. Franco Ribaudo, ex deputato, ha già lanciato il suo messaggio: “Questo risultato dovrebbe far compiere un passo indietro al segretario regionale, non legittimato da alcun voto, e consentire che nel partito in Sicilia riprenda un percorso di crescita”. Faraone, dal canto suo, si è congratulato con Zingaretti ma soprattutto con i 1500 volontari siciliani che hanno reso possibile la celebrazione delle primarie. In attesa di inaugurare (forse) un nuovo braccio di ferro insostenibile per un partito già molto provato.
Enrico Ciuni
in Il sabato del villaggio
Per Faraone non tutto sarà facile
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