Referente dell’Ufficio stampa del Comune di Palermo dal 2010, e, da circa un anno, folgorata sulla via dell’ex generale Roberto Vannacci, divenuto nel frattempo eurodeputato della Lega. Così Patrizia Biagi deve dimenarsi fra la lotta sostenuta dal sindaco Lagalla per i diritti e le stramberie di Vannacci, balzato agli onori della cronaca per il suo libro “Il mondo al contrario”. Oggi è coordinatrice per le Isole del movimento fondato dall’ex generale: “O mezzo milione di italiani che lo hanno votato sono razzisti o chi sostiene questa tesi non ha letto il libro – dice a Repubblica -. Quando si parla di colore della pelle o tratti somatici, ci si riferisce a tratti fisici oggettivamente riscontrabili. È ovvio che un cinese ha occhi a mandorla e pelle gialla, mentre un italiano ha tratti misti arabo-normanni. Come è ovvio che se tra dieci anni ci saranno in Italia più bambini musulmani che italiani, significa che abbiamo sbagliato qualcosa”.
La Biagi sostiene Vannacci ma non (più) la Lega: “Sono stata tra le prime a sostenere la Lega Nord, quando era al 3 per cento. Nel 2018 sono andata al raduno di Pontida. Poi le cose sono cambiate, non mi sentivo più rappresentata da chi ha preso le redini del partito in Sicilia, che ha mutato forma rispetto ai valori professati sulla carta. Ho sostenuto Vannacci perché si è candidato nella lista Lega da indipendente”. Sulla conflittualità fra il suo ruolo politico e quello di addetta stampa al Comune, si esprime così: “In dieci anni sono stata sottoposta a molti provvedimenti disciplinari. Sono stata accusata di svolgere attività politica in ufficio ma è tutto falso. Sul lavoro ho sempre fatto il mio dovere, quello che faccio fuori è affar mio. Sono stata costretta fare tante denunce per diffamazione”.