La Guardia di Finanza ha sequestrato una casa di riposo lager a Palermo, arrestando sei donne accusate a vario titolo di maltrattamenti ai danni di anziani, bancarotta, riciclaggio e autoriciclaggio. Gli investigatori hanno documentato, attraverso telecamere nascoste, decine di episodi con violenze fisiche e psicologiche nei confronti degli ospiti della casa di riposo: spintoni, calci e schiaffi accompagnati da insulti e ingiurie. Maltrattamenti che avrebbero indotto alcuni anziani perfino a atti di autolesionismo. Gli anziani ospiti della casa di riposo “Aurora”, sottoposti a vessazioni e soprusi di ogni genere che hanno provocato sconcerto tra gli inquirenti, saranno adesso sottoposti anche a controlli medici visto che all’interno della struttura non sono mai state adottate le procedure per il contenimento del Coronavirus.
Su delega della Procura della Repubblica, sono state quindi avviate specifiche attività di intercettazione. In poco più di due mesi sono state, registrate decine e decine di condotte ignobili di maltrattamento poste in essere in danno di persone fragili e indifese. Un vero e proprio regime di vita vessatorio, mortificante ed insostenibile, fatto di continue ingiurie e minacce (“se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi la smetti, o zitta, muta”; “devi morire, devi buttare il veleno là”, “per quanto mi riguarda può crepare”), e violenze fisiche (spintoni, calci e schiaffi, colpi di scopa; in alcuni casi, i degenti sono stati legati alla sedia per inibire loro ogni movimento). Emblematica della crudeltà dei comportamenti ascrivibili agli indagati, è l’affermazione registrata in occasione del soccorso inizialmente prestato ad una degente, poi purtroppo deceduta, allorquando la C. affermava: “Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava… io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta.”
Lo stesso G.I.P. presso il Tribunale di Palermo, nel valutare il gravissimo quadro probatorio raccolto dalle Fiamme Gialle palermitane, ha segnalato “l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano”, evidenziando come “l’indole criminale e spietata degli indagati impone l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere, ritenuta l’unica proporzionata alla gravità ed all’immoralità della condotta e l’unica idonea a contenere la disumanità degli impulsi”.
Una delle persone indagate risulta inserita in un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza (799 euro al mese dal maggio 2019) ottenuto però con dichiarazioni mendaci e per questo è stata denunciata anche per tale fattispecie illecita in concorso con il compagno. Per quanto attiene ai reati fallimentari, è stata dimostrata la continuità aziendale tra tre società che ininterrottamente a partire dal 1992 hanno gestito la casa di riposo. Le diverse compagini sono state asservite agli interessi criminali degli indagati facendole subentrare l’una all’altra, accumulando complessivamente un passivo fallimentare pari a circa un milione di euro.
I Cinque Stelle: tutelare le residenze sanitarie
Più controlli e monitoraggi nelle Rsa (residenze sanitarie assistenziali) siciliane, per tutelare la salute di ospiti e operatori sanitari contro il coronavirus. Lo chiede Roberta Schillaci, deputata regionale del Movimento 5 Stelle, che ha presentato un ordine del giorno all’Ars. “Non vogliamo che si crei un caso ‘Pio Albergo Trivulzio’ anche da noi. Ci sono circa 1.600 Rsa in Sicilia – ricorda Schillaci – e ben 200 solo in provincia di Palermo. Alcune di queste si sono trasformate in focolai, provocando vittime tra gli anziani ospiti delle strutture. Esempi a Villafrati, piccolo centro del palermitano, diventato zona rossa con dieci gli anziani morti nella Rsa Villa delle Palme, o l’Oasi Maria Santissima di Troina (Enna), con 162 casi di contagio tra ospiti e dipendenti. Ancora, a San Marco d’Alunzio, nel Messinese, la Rsa Villa Pacis con 11 i contagi e la casa di riposo Residenza Aluntina con 8 contagi, o i 10 ospiti e i 3 operatori sanitari contagiati in una casa di riposo di Canicattini Bagni, nel Siracusano. Insomma, in ogni parte della Sicilia queste strutture ospitano anziani non autosufficienti e con molte patologie, che meritano una particolare attenzione, insieme al personale medico e sanitario. Il governo adotti tutte le azioni necessarie”, conclude Schillaci.