Anche i bambini più indisciplinati alla fine la sfangano. E’ il caso di Leoluca Orlando e della sua maggioranza, che dopo la sonora bocciatura del consuntivo 2017 – che ha fatto inalberare il sindaco a tal punto da minacciare l’organo di garanzia del comune e costretto a un mese di durissimo dibattito a Sala delle Lapidi – hanno ottenuto l’ok dal collegio dei revisori dei conti riguardo al Bilancio di previsione 2018. Che doveva essere approvato entro il 31 marzo, proprio perché si sforza, nelle sue funzioni, di programmare le strategie per l’anno in corso. Cosa volete che siano nove mesi di ritardo? In questo caso Orlando e soci avranno tirato fuori lo champagne: perché in caso di nuova bocciatura l’iter sarebbe diventato pressoché impossibile. Un sospiro di sollievo che non cancella la figuraccia di questi mesi. Palermo è stata commissariata, oltre che per la questione della differenziata – Orlando all’epoca impugnò l’ordinanza di Musumeci e ottenne la sospensiva del Tar sulla decadenza dei sindaci inadempienti – anche sui conti. Due volte: consuntivo e previsionale.
Il documento relativo al 2018 è stato esitato solo a ottobre, mentre il parere dei revisori è giunto ieri. In extremis. Senza l’approvazione del Consiglio comunale, sarà comunque impossibile procedere a trasferimenti e stabilizzazioni. Il peggio dovrebbe essere alle spalle, anche se la tempistica lascia perplessi tutti, revisori compresi, che parlano di “prassi quasi consolidata”: “La tardiva approvazione del bilancio, oltre a essere un indicato di efficienza, vanifica la stessa logica dell’attività di programmazione – si legge nel parere – Con il bilancio viene approvato anche il Documento unico di programmazione, strumento che permette l’attività di guida strategica e operativa. Ma il bilancio e il Dup, relativamente all’esercizio 2018, non possono essere considerati strumenti di programmazione, essendo stati predisposti oltre nove mesi dopo dall’inizio dell’esercizio”. Sempre meglio che niente.