Slitta di un’altra settimana ma alla fine il gran rimpasto si farà. Così ha deciso Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, dopo l’ennesimo incontro coi partiti che compongono la sua coalizione di governo. Tutti gli appetiti verranno soddisfatti. Orlando non ha molti dubbi sulle persone che lo affiancheranno a palazzo delle Aquile, quanto sulle deleghe da assegnare. L’1 marzo, alla viglia dell’annuncio ufficiale, l’ultimo vertice di maggioranza, poi il via libera. Ma i tasselli andranno a posto in questi giorni. I confermati dovrebbe essere Giovanna Marano (destinata a rimanere l’unica “quota rosa”), Giuseppe Mattina e Sergio Marino, l’attuale vice-sindaco che però dovrebbe cedere i gradi a Fabio Giambrone. In dubbio, invece, la posizione dell’assessore al Bilancio, Antonino Gentile, che fino a qualche settimana fa sembrava destinato a rimanere. Lasceranno piazza Pretoria, invece, Gaspare Nicotri, Iolanda Riolo ed Emilio Arcuri (al netto di sorprese, ovviamente). Quasi certi anche i nomi di alcuni dei sostituti. Sicilia Futura punta tutto su Leopoldo Piampiano e sulla delega alle Attività Produttive, mentre Sinistra Comune riproporrà Giusto Catania, che, come sul finire della scorsa legislatura, dovrebbe ottenere la Mobilità. Il Pd invece si interroga: se la nomina sarà politica, il prescelto sarebbe Dario Chinnici, attuale capogruppo in Consiglio. Altrimenti si punterebbe su un tecnico di area renziana (quindi, faraoniana), una soluzione che non piacerebbe granché all’ala del partito più legata a Lupo e Cracolici.
Paolo Cesareo
in Il sabato del villaggio
Palermo, Orlando vara il Gran Rimpasto
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