Palermo, non ti riconosco più. Il regista di cinema e di teatro Roberto Andò, che di recente ha diretto Ficarra e Picone ne ‘La stranezza’ e dirige tuttora lo Stabile di Napoli, ha rilasciato un’intervista a Totò Rizzo per Il Giornale di Sicilia. Ed è in quella sede che non lesina, in alcun modo, i propri tormenti e dispiaceri per una città, la sua città, che ha smesso di riconoscere. Sotto il profilo sociale ancorché culturale e artistico. Palermo vista da Roma com’è? «Il raffronto – dice Andò – semmai è con Napoli che vive da qualche anno una situazione speciale, catalizza tanti eventi importanti a livello culturale, conserva ancora un’anima popolare nel centro storico, ha servizi efficienti, la raccolta della “mùnnezza”, per esempio, funziona, e meglio che a Roma. Palermo non mi sembra felice, non ha un baricentro né una rotta, non sa dove va. C’è un libro di Luca Doninelli che riguarda Milano e si intitola “Il crollo delle aspettative”. Ecco, direi che a Palermo molte aspettative sono crollate e che la città ha rinunciato a molte sue prerogative».
Quali, ad esempio? “Era una città che aveva un forte sentimento popolare, magari cinico, furbo, ma comunque riconoscibile: credo che adesso l’abbia smarrito. Sarà che la diaspora dal centro storico è stata irreversibile, gli stessi quartieri hanno perduto il loro perché. È una città che subisce il turismo – un po’ lo è anche Napoli – ne è sopraffatta, forse perché è mal gestito. È incapace di sorprenderti, come un tempo, magari attraverso la buona volontà, lo sforzo, il sacrificio di un singolo che riusciva a creare qualcosa, impoverita sul piano culturale, teatrale. Prima c’era questa schizofrenia: il disastro sociale da un lato e una grande creatività dall’altro. Credo che adesso il disastro sia diffuso, che la città versi in uno stato vicino al coma”.
Il successo con Ficarra e Picone ha rilanciato le ambizioni cinematografiche di Andò. “L’attesa è molto forte proprio per il successo popolare de “La stranezza”: ho ricevuto tante proposte, sono arrivate tante sceneggiature, alcune molto interessanti. Ma io i film ho sempre preferito scrivermeli da me. Sarà anche stavolta una storia in costume e sempre con un forte legame con la Sicilia”.