“Contiamo sul fatto che la situazione si chiarisca al più presto: lo diciamo da amministratori e da tifosi. Anche perché la questione è di fondamentale importanza per il prosieguo della risalita del calcio palermitano verso le serie superiori”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, commentando la polemica che ieri si è innescata a Palazzo delle Aquile. “L’Amministrazione ed il Consiglio comunale credo abbiano l’unico obiettivo di garantire l’utilizzo dello stadio nel modo più corretto, come parte del più ampio impegno per il calcio e lo sport d’eccellenza nella nostra città”, ha concluso Orlando.
Anche se il primo cittadino, evidentemente, non è sulla stessa lunghezza di alcuni consiglieri d’opposizione che ieri hanno denunciato come “lo stadio ‘Barbera’ risulterebbe essere stato utilizzato ‘sine titulo’ e senza che, dal relativo utilizzo, sia stato riscosso dal Comune di Palermo alcun corrispettivo. Se la circostanza appresa fosse corrispondente a verità e, in questo caso, se non fosse legittimamente giustificata, potrebbero configurarsi gravi profili di criticità – si legge in una relazione pubblicata dal sito Mediagol – suscettibili anche di lesione di diritti erariali. Si chiede, pertanto, con urgenza e comunque entro 8 giorni dal ricevimento della presente, la trasmissione di una dettagliata relazione illustrativa sull’attuale stato di utilizzo dello Stadio Barbera e l’attestazione della legittimità e regolarità del detto utilizzo, anche con riferimento agli impianti pubblicitari installati nell’impianto sportivo”.
Una convenzione per l’affidamento dell’impianto alla società SSD Palermo, guidata dalla famiglia Mirri, non c’è ancora. Il Palermo fin qui ha usufruito dello stadio senza sborsare un euro. Una parziale conferma è arrivata dal direttore generale Rinaldo Sagramola, che ha spiegato che “lo scorso 24 luglio fummo indicati con i soggetti che avrebbero dovuto rappresentare nel calcio la città di Palermo, il successivo 25 dello stesso mese il Sindaco ci rilasciò il nullaosta per l’utilizzo dello stadio. Il nullaosta era relativo all’intera stagione sportiva 2019/2020 e costituiva necessariamente un requisito indispensabile per potersi iscrivere al campionato, quindi di fatto era in qualche maniera una conseguenza diretta dell’aggiudicazione della gara. Successivamente abbiamo iniziato ad interloquire con l’assessore al Patrimonio per definire i contorni della concessione vera e propria dello stadio”.
Proprio qualche giorno fa Sagramola ha scritto al Comune, sollecitando il presidente del Consiglio, Totò Orlando: “Abbiamo appreso che il testo della convenzione è già stato sottoposto all’esame del Consiglio Comunale e che, addirittura, sarebbe stato favorevolmente esitato dalla Commissione competente – ha scritto il Palermo in una nota – Il tema ci allarma non poco considerato, da un lato, che sconosciamo il testo del documento in questione e, dall’altro, il fatto che per consentire l’iscrizione al primo campionato professionistico (Lega Pro) è urgentissima la sigla della convenzione stessa”. Il Consiglio ha risposto: “Si rappresenta che non risulta pervenuta alla scrivente Presidenza del Consiglio Comunale la proposta di deliberazione di Consiglio Comunale inerente la convenzione tra la Società Palermo S.S.D. a r.l. ed il Comune di Palermo”. Segno che qualcosa non va per il verso giusto.
Ad alimentare l’incendio è stata la relazione dei consiglieri d’opposizione che vogliono sapere a che titolo il Palermo abbia occupato lo stadio nella stagione appena conclusa. Sullo sfondo resta una gestione societaria che comincia a mostrare i primi scricchiolii (Mirri contro Di Piazza), ma che ha garantito una stagione serena: i soldi ci sono. E lo stadio?