No, non ci sono solo i cumuli di immondizia, che pure invadono le strade e soffocano le periferie. Palermo sprofonda giorno dopo giorno in una palude della quale non si vede il fondo. Dalla Rap al Pnrr ogni sigla è un fallimento. Se vi capita di entrare in una sinagoga date uno sguardo a questo verso del Talmud: “Dio creò la bellezza e la tagliò in dieci parti: nove parti le assegnò a Gerusalemme e una parte al resto del mondo. Poi creò il dolore e tagliò anche quello in dieci parti: nove parti le assegnò a Gerusalemme e una parte al resto del mondo”. Bene. Poi provate a sostituire Gerusalemme con Palermo. Vi scorreranno davanti agli occhi le facce tristi del sindaco Roberto Lagalla, del vice sindaco Carolina Varchi, di Maurizio Carta, di Giampiero Cannella e di tutta la confraternita dell’assenza e dell’impotenza, infelicemente denominata “giunta di governo”.