Il Partito Democratico ha deciso: è tutto nelle mani di Franco Miceli. L’assemblea provinciale del partito, nonostante i dubbi di Leoluca Orlando, ha scelto il presidente dell’Ordine degli Architetti, che ventiquattr’ore prima aveva incassato anche il via libera del Movimento 5 Stelle e di Giuseppe Conte. “L’assemblea – ha detto Francesco Boccia, responsabile enti locali del Pd – darà un mandato pieno e importante a Franco Miceli per la costituzione di una coalizione civica. Un mandato che dovrà tenere conto delle esigenze di tutti i partiti del campo largo nel quale noi crediamo. Poi toccherà a Franco Miceli sciogliere la riserva”.

Boccia ha lanciato un messaggio anche a Faraone e Ferrandelli affinché si uniscano alla squadra: “Il nostro obiettivo – ha aggiunto l’ex ministro – è ambizioso, partendo dall’unità dei progressisti e dei riformisti chiediamo anche alle forze politiche che credono nel progetto di Letta per il 2023 di unirsi attorno al progetto che faccia di Palermo la capitale del Mediterraneo”. Poi Boccia ha sottolineato che Miceli “è espressione di un grande civismo della città e come Gaetano Mafredi a Napoli è valore aggiunto di una coalizione. Nessuno a Napoli si chiede se Manfredi è candidato del Pd, della Sinistra, del Movimento 5 stelle e dei tanti partitici civici che lo hanno sostenuto. Deve essere un candidato di una coalizione che ha una visione su Palermo e chiederemo a tutti i partiti che sottoscrivono il patto di essere conseguenti, esattamente coma accaduto con Manfredi. Poi o si sta da questa parte o si sta con i sovranisti, antieuropeisti e amici di Putin. Non c’è una terza via – ha sottolineato Boccia -. E lo dico a chi pensando di collocarsi al centro aspetta di decidere”.

“Palermo ha bisogno di tornare ad essere punto di riferimento del Mezzogiorno, la capitale naturale del Mediterraneo e per farlo deve guidare un processo politico. E siccome sul Pnrr i soggetti attuatori sono i comuni per 66-68 miliardi, per i prossimi cinque anni, pensare che la guida dell’amministrazione possa essere di un partito sovranista che vuole i fili spinati, che non crede nell’Europa e che indebolisce l’Italia in Europa, è una cosa che la città con la sua storia non può permettersi di fare”, ha concluso. A stretto giro di posta, però, è arrivata la replica di Fabrizio Ferrandelli: “Avevamo già tempo fa cercato di aprire un confronto, indicando un metodo. Cercavamo un dialogo tra le forze liberali e democratiche, per l’individuazione delle priorità e, solo dopo, della convergenza sui nomi. Ciò non è avvenuto. Ora non vogliamo più assistere a compromessi al ribasso. Per questo abbiamo deciso, con coraggio di scendere in campo. Per rompere il sistema, ricostruire Palermo”.

Tra i tanti interventi quello del sindaco uscente: “Giusto aver individuato nel M5S e in Sinistra ecologista i riferimenti partitici tradizionali – ha detto Orlando – ma continua ad esserci un problema di partecipazione. Per questo sostengo l’importanza delle primarie a cui si è scelto di non fare ricorso. Ma bisogna avere la capacità di realizzare delle liste che compensino la mancata celebrazione delle primarie. Liste che non siano costruite per soddisfare l’ambizione di qualche consigliere comunale ma per garantire gli interessi dei cittadini. Queste credo siano le premesse per pensare ad una candidatura che abbia un senso. I miei rapporti con Franco Miceli sono ottimi e non posso che esprimere apprezzamento per una sua eventuale discesa in campo”.