Conte ha detto sì. Nel corso di un incontro su Zoom con la deputazione nazionale e regionale del M5s, da parte dell’ex premier sarebbe arrivato il via libera alla candidatura di Franco Miceli a sindaco di Palermo. Una voce confermata da Giampiero Trizzino, che annuncia un passo indietro: “Nella riunione di oggi – dice il deputato grillino dell’Ars – sono emerse apertamente le due anime del M5S. Questa condizione impedisce al Movimento di essere unito e proiettato sul medesimo obiettivo, e dunque di andare avanti. Ho ricevuto tanti attestati di stima in questi mesi e questo mi lusinga, ma per amore dell’unità del M5S e soprattutto della mia città, non posso che agire con lealtà e fare di conseguenza un passo indietro. Mi auguro che da qui a breve si possano aprire confronti pubblici con gli attivisti, come quello che abbiamo fatto domenica scorsa, perché rappresentano l’anima autentica di questo gruppo”.

L’investitura formale dovrebbe giungere nelle prossime ore. Franco Miceli, presidente nazionale dell’ordine degli Architetti, qualche giorno fa ha ricevuto la benedizione dei vertici del Pd. Prima aveva conosciuto anche Conte, grazie a un incontro promosso dai deputati nazionali Steni Di Piazza e Adriano Varrica. Esulta anche Giusto Catania, assessore alla Mobilità ed esponente di Sinistra Civica Ecologista: “Franco Miceli è il miglior candidato possibile per rappresentare la coalizione progressista, per vincere le prossime elezioni amministrative, per governare con visione e passione la città di Palermo. Finalmente si afferma questa convinzione dentro i soggetti politici e anche tra chi, partendo dalla propria autoreferenzialità o dall’autocandidatura, ha teorizzato la riforma della politica. Evidentemente chi ha lavorato con spirito di squadra, mettendo da parte il proprio egocentrismo e le proprie legittime ambizioni, è riuscito a costruire una proposta credibile e convincente”.

In un’intervista a Live Sicilia, Miceli aveva posto le sue condizioni: “Ci vuole unità e devo essere autonomo, sono le garanzie minime, perché un sindaco è espressione della città, non delle forze politiche. Mi fa molto pensare il fatto che non ci sia ancora chiarezza. Siamo tutti d’accordo sull’urgenza, ma poi è come se prevalessero altre logiche”.