“E’ gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l’insediamento, ovvero abbia rinunciato all’incarico, ritardando l’avvio delle operazioni di voto”, lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. “Un tale atteggiamento”, ha sottolineato la titolare del Viminale, “esprime una assoluta mancanza di rispetto per le Istituzioni e per i cittadini chiamati in questa giornata elettorale e referendaria ad esercitare un diritto costituzionale fondamentale per la vita democratica del Paese”. Su quanto accaduto “la Procura di Palermo valuterà gli eventuali profili di responsabilità conseguenti alle segnalazioni inviate dal Comune, competente per le procedure di insediamento dei seggi e di sostituzione dei presidenti”.
A far esplodere il caos è stato il forfait di quasi un terzo dei presidenti designati nei 600 seggi per le amministrative, in concomitanza con l’attesa partita casalinga del Palermo con il Padova per la promozione in B che ha registrato il “tutto esaurito”. Ieri in apertura delle sezioni per le operazioni preliminari si è scoperto che 174 presidenti avevano rinunciato, mentre in molte sezioni le schede elettorali sono state consegnate con 3-4 ore di ritardo mandando in tilt le operazioni preliminari.
Così è partita una inaspettata corsa contro il tempo per sostituire i presidenti: per tutta la notte Comune e Prefettura hanno fatto i salti mortali per evitare il peggio; sono stati mobilitati i vigili urbani, l’amministrazione comunale ha persino lanciato un appello rivolto a tutti andando in deroga alle disposizioni che prevedono la selezione dei presidenti da un apposito albo dovendo avere alcune caratteristiche per potere ricevere l’avallo della Corte d’appello. Nei seggi rimasti vacanti, gli scrutatori sono rimasti ‘ostaggio’ fino alle 2 della notte nella speranza che arrivasse il sostituto-presidente; in 64 sono stati trovati poco prima della mezzanotte, per gli altri la ricerca è andata per le lunghe e oltre i termini di legge.
Centinaia di elettori hanno trovato le porte chiuse e sono stati invitati dagli scrutatori a tornare più avanti nella giornata tra rabbia e stupore. La svolta è arrivata solo intorno alle 13. “A seguito della nomina da parte del Comune di Palermo degli ultimi 13 presidenti delle sezioni elettorali mancanti, sono regolarmente insediate tutte le 600 sezioni elettorali previste in città senza che sia stato necessario procedere ad alcun accorpamento tra di esse”. Anche se l’affluenza ne ha risentito pesantemente: si sono recati alle urne, infatti, solo il 41% dei palermitani, con un crollo di undici punti rispetto alle ultime Amministrative.
“In relazione alla situazione determinata dalla rinuncia da parte di soggetti nominati a svolgere la funzione di presidenti del seggio – ha evidenziato una nota di palazzo delle Aquile – l’amministrazione comunale sta inviando gli atti alla Procura della Repubblica per ogni azione di competenza finalizzata all’accertamento di responsabilità di natura penale”.