Non faccio per dire, ma oggi voglio darmi un tono e citare, manco a dirlo, quel sant’uomo di Blaise de Pascal. Le ragioni della mente mi dicono che Nello Musumeci è al capolinea, che i fischi di Taormina annunciano già i titoli di coda, che la sua forsennata campagna per la ricandidatura è stato un miserabile flop, che persino la Meloni non sopporta più la sua gnagnera. Ma le ragioni del cuore mi suggeriscono, timidamente, che il Governatore resterà in sella, che il suo proposito di togliere il disturbo è nient’altro che una sceneggiata o, meglio, un altro capitolo della fiction che lui e le tre macchiette che lo circondano – il Bullo, il Balilla e il Corazziere – recitano da oltre quattro anni a Palazzo d’Orleans. Dicono di volere lasciare il campo, ma la loro speranza è che qualcuno bussi alla loro porta pregandoli di restare.
Del resto, hanno sempre fatto così. Parlano di antimafia e poi si scopre che il Governatore si reca ossequioso all’Hotel delle Palme per traccheggiare in biblioteche e benevolenze con Marcello Dell’Utri, il lato oscuro di Forza Italia. Elogiano la trasparenza e poi si scopre che il Bullo tiene nel suo ufficio un intermediario d’affari con il quale congegna – tutto comincia con la delibera numero 92 del 2018 – un colpaccio milionario, ovviamente estero su estero, come quello messo a segno, con un censimento fasullo, dal suo amico Ezio Bigotti, avventuriero piemontese. Si intestano gesti eroici di legalità – ci ha provato il Balilla, quello del suca – e poi traccheggiano in consulenze con giornali, agenzie di comunicazione ed editori di alto rango. Si professano puri e immacolati e poi si scopre che il Corazziere non ha pudore a invadere, con un carro armato clientelare, gli inviolabili territori di Santa Romana Chiesa per farne dono alla sua amata sposa, ormai in un irreversibile calo di consensi e di credibilità.
Questo governo ha sempre vissuto di teatro. Un teatro dell’azzardo. Vedremo se l’ultima scena – recitata con i toni magnifici e mendicanti del melodramma: “Domani nella battaglia pensa a me” – avrà un punto di contatto con la realtà. O se sarà, ancora una volta, frutto di fantasia, di invenzione, di truffalderia.