“Violenza. Questo è quello che si sta consumando in questi giorni nei confronti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana”. Il giudizio senz’appello arriva dai sindacati – Cigl, Cisl, Uil e Fials – che contestano il siluramento di Giorgio Pace da sovrintendente della Foss. E lo contestano numeri alla mano: “Nell’ultimo triennio la Fondazione ha visto chiudere i bilanci in attivo, avere moltiplicato gli incassi di botteghino per concerti e visite guidate, avere raggiunto i piani dettati dal piano di risanamento diciotto mesi prima del previsto”. Ma poiché è la politica a comandare, l’assessore al Turismo Sandro Pappalardo, alla vigilia di Natale, ha scelto di sostituire Pace, nominato a suo tempo dall’assessore Barbagallo del Pd e per questo considerato uomo di Crocetta. E siccome, si sa bene, quella del sottogoverno è una partita perennemente aperta, in cui non si lasciano le briciole, nessuna nota sindacale basterà a fermarla. E’ bastato un decreto.
Va comunque detto che la decisione di Pappalardo trova un fondamento giuridico, ossia che “per effetto della cessazione del Consiglio d’Amministrazione” dell’Orchestra “il sovrintendente cessa dall’incarico”. Tre mesi prima della scadenza naturale del mandato. Così adesso la Regione, prima di procedere a nuova nomina come da spartito, dovrà indicare un commissario che prenda il posto di Pace per tre mesi. Si fa già il nome di Ester Bonafede. Ma anche dietro l’atto propedeutico alla cacciata, ossia le dimissioni di tre dei cinque membri del Cda, si intravede qualcosa di strategico (in sostituzione del Cda era stato già nominato un commissario ad acta). Pace, dal suo canto, si difende e preannuncia ricorso: “Ho un contratto da dirigente industriale che prevede un lungo preavviso. Ci sta che la politica voglia un uomo di fiducia, ma questo è un atto gravissimo che non si era mai verificato prima”.