I tre ribelli di Forza Italia che, con stile carbonaro, hanno elaborato un documento per chiedere le dimissioni del commissario regionale, Marcello Caruso, avrebbero deciso di uscire allo scoperto a fine ottobre in coincidenza della grande manifestazione nazionale che il partito terrà a Palermo. La “mozione di sfiducia”, chiamiamola così, sarà consegnata direttamente nelle mani del segretario Antonio Tajani, ovviamente con l’auspicio che possa aprirsi finalmente un dibattito, franco e trasparente, oltre che su Caruso anche sulle scelte più controverse del presidente della Regione, Renato Schifani. Questi due protagonisti della politica siciliana – stando alle parole dei tre “carbonari” – sono intimamente legati, “come il secchio alla corda”. Il commissario regionale degli azzurri, che dovrebbe avere come obiettivo quello di tutelare le istanze e gli interessi del gruppo parlamentare, è in realtà appiattito sul governatore. Anzi, è il suo segretario particolare e il suo portaordini: lui, sottolineano i rivoltosi, sa solo ubbidire. Gli esempi non mancano. Caruso non ha alzato un dito quando Schifani ha escluso i parlamentari forzisti dell’Ars ed ha assegnato la carica di assessore a due “tecnici” – Giovanna Volo e Alessandro Dagnino – funzionali solo ai suoi giochi di potere. E non si è appellato alle sacrosante aspettative dei quadri dirigenti del partito quando il capo della giunta, con una certa leggerezza, ha indicato, per importantissimi incarichi di sottogoverno, alcuni riccastri che, tra i pochi meriti, avevano anche e soprattutto quello di avergli organizzato delle feste o delle cene.
Il documento comunque è già pronto e i tre “carbonari” – un deputato nazionale, un deputato regionale e il sindaco di una grande città – si ritengono per il momento molto soddisfatti delle adesioni raccolte.