“Oggi con 100 volontari, consiglieri di circoscrizione e comunali, con gli assessori e con gli operai RAP abbiamo lavorato per rimuovere le discariche illegali. E ho annunciato l’avvio della installazione delle telecamere, di cui le prime sono già in funzione. Perché contro la criminalità organizzata che deturpa la nostra città con montagne di ingombranti di tutta la provincia, serve la repressione e serve la rivolta civile dei cittadini”. Lo ha scritto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, su Facebook, al culmine di un pomeriggio che l’ha visto impegnato nelle insolite vesti di netturbino.
Ma proprio ieri il presidente della Rap, la società di nettezza urbana, ha rilanciato la questione Bellolampo: “A Palermo potrebbe scattare l’emergenza rifiuti – ha spiegato Norata -. Avviso prima, in modo che se ci dovessimo trovare con la spazzatura per strada e i cassonetti ricolmi si sappia che non è Rap ad avere generato la situazione. Da più di un anno siamo senza discarica, chiediamo a fasi alterne alla Regione Siciliana quale deve esse il destino dei rifiuti prodotti nel capoluogo”.
Da quasi un anno la ditta è costretta a scaricare nelle discariche private della Sicilia orientale perché l’ampliamento della sesta vasca non si è mai completato e delle settima neanche l’ombra: “In questo momento la discarica di Bellolampo non può più essere utilizzata – ha sottolineato Norata -. Abbiamo cinquemila tonnellate di rifiuti indifferenziati abbancati davanti il piazzale antistante l’impianto di trattamento meccanico biologico, una presenza che interferisce negativamente con le operazioni di scarico dei compattatori che fanno la raccolta in città. Inoltre, altre 25 mila tonnellate di indifferenziato sono nella stazione di trasferenza, un sito idoneo di stoccaggio, da sottoporre a trattamento”. La buona volontà di Orlando non basterà a ricucire l’emergenza. La situazione in discarica è sempre una bomba pronta a esplodere.