Scarsa capacità di riscossione delle tasse e di recupero dell’evasione, troppi residui attivi e troppi debiti fuori bilancio, pagamenti in ritardo, quattro parametri sforati sul deficit, e poi i disallineamenti con le partecipate, la cattiva gestione della tesoreria da parte di Bnl, le anomalie nelle anticipazioni di cassa. Leggerle così, tutte d’un fiato, denota lo stato di confusione e malessere. Quello che anche i revisori dei conti, con la loro “valutazione non positiva”, hanno fatto notare al sindaco Leoluca Orlando. Un report di 70 pagine, ricco di numeri e tabelle, in cui è annotato tutto. La bocciatura del bilancio consuntivo 2017, esitato in fretta e furia prima che giungesse a Palermo il commissario inviato dall’assessorato alle Autonomie Locali della Regione (che ne ha mandato un altro per il previsionale 2018), è sonora.
Per riassumere la catastrofe con un concetto tanto caro alle opposizioni: i conti del Comune fanno acqua da tutte le parti. L’operazione dei revisori – che per la prima volta non sono stati eletti dal Consiglio comunale bensì estratti a sorte – rappresenta uno scenario inquietante. L’ultimo monito dopo quello giunto dal Ministero dell’Economia e dalla Corte dei Conti, che ha scatenato su Orlando, il sindaco che non c’è, la solita ridda di polemiche. “È la certificazione del fallimento del modello Orlando – ha attaccato il Movimento 5 Stelle – di una gestione contabile, finanziaria e amministrativa scriteriata e fuori controllo che, purtroppo, avrà nel medio-lungo periodo conseguenze negative sulla città e sui servizi comunali”. Forello e soci hanno annunciato “una mozione di diffida al Sindaco e alla Giunta per attivarsi in tempi rapidissimi, per non compromettere definitivamente gli equilibri dell’ente” e chiesto le dimissioni del primo cittadino.
Anche nella maggioranza, che attende il rimpasto di giunta, si è elevato il livello di guardia. Orlando è sotto assedio perché ha sbagliato troppo e non può più farlo. Eppure anche stavolta ha provato a difendere il suo operato: “Tali criticità sono ben note – ha spiegato in una nota – e l’Amministrazione sta provvedendo alla rimozione delle stesse con idonee misure correttive”. Poi passa a elencare una serie di numeri quando i buoi sono già scappati dalla stalla. Al sindaco tutti fanno le pulci: perché in città si vede poco e una città come Palermo, parentesi papale a parte, meriterebbe qualche attenzione in più.