Ricordate la promessa di un bonus da mille euro (al mese) per il personale sanitario impegnato in prima linea contro il Covid? La misura era stata inserita dal governo Musumeci nella Finanziaria di “cartone” votata il 2 maggio dell’anno scorso, ma come molte altre è rimasta incagliata nella burocrazia: ergo, gran parte della liquidità non è stata erogata. Negli ultimi giorni, però, qualcosa si è mosso. E di fronte alla commissione speciale presieduta da Carmelo Pullara, che l’Ars ha istituito appositamente per monitorare l’attuazione delle leggi, è giunta notizia che “il Direttore del Dipartimento dell’assessorato alla Salute ha confermato l’assegnazione delle somme ai lavoratori della SEUS 118 con probabile erogazione di una prima tranche nel prossimo mese di giugno e una seconda per il mese di luglio. Questo – ha detto Pullara – come riconoscimento” già “previsto nella finanziaria del 2020 per tutti i lavoratori della SEUS 118 impegnati durante la pandemia da marzo 2020 fino a fine emergenza”.
Ma non ci sono soltanto i lavoratori del servizio di emergenza-urgenza. Come specifica una nota successiva a quella di Pullara, diramata dalla presidenza della Regione, il bonus è indirizzato pure “ai dipendenti di “fascia A” del Servizio sanitario regionale. Si tratta di 15 milioni di euro, individuati dal governo Musumeci, che consentiranno (…) di stanziare una premialità regionale di 3 mila euro ciascuno alle 2.870 unità della Seus e fino a 3 mila euro (mille euro al mese per marzo, aprile e maggio 2020) alle 2.200 unità nella fascia “alta intensità”, ossia attive in Pronto soccorso, Terapia intensiva e Semi-intensiva, Malattie infettive, Pneumologia, Reparti Covid di varie specialità, Laboratori di analisi, Microbiologia e Radiologia, Usca e dipartimento di Igiene e Prevenzione. L’intervento – specifica la Regione – si aggiunge alle risorse già erogate nello scorso dicembre”.
La montagna ha partorito il topolino. La tempistica, però, non convince i sindacati: “I lavoratori della Seus 118, da oltre un anno in prima linea nel fronteggiare l’emergenza Covid-19, sono ormai stanchi: i bonus promessi non sono mai arrivati e finora si sono susseguiti solo annunci rimasti lettera morta – dicono Giuseppe Badagliacca e Claudio Dolce del Csa-Cisal -. Non si può lodare chi in piena pandemia ha sempre garantito i servizi essenziali e poi non riconoscergli un’adeguata gratificazione. Grazie alle nostre manifestazioni in piazza, il Governo regionale ha assicurato lo sblocco delle risorse ma sia chiaro che non accetteremo ulteriori prese in giro: se ancora una volta gli impegni non saranno rispettati, i lavoratori torneranno a far sentire la propria voce”.
In questi giorni il governo Musumeci si trova a gestire un’altra situazione spinosa. Al termine dell’ultima Finanziaria, che ha provocato un fiume di polemiche e frantumato la maggioranza, la giunta ha deliberato un piano di aiuti (per 250 milioni) nei confronti delle imprese. Attingendo – come accaduto lo scorso anno con la manovra di guerra – a fondi strutturali che necessitano di un iter di riprogrammazione gestito dal Ministero della Coesione. La ministra Carfagna avrebbe assicurato sul buon esito dell’operazione, che fra l’altro non prevede erogazioni a fondo perduto, ma prestiti “per favorire l’accesso al credito alle imprese siciliane gravemente vulnerate dall’emergenza” e “non in possesso dei requisiti di bancabilità”. A un mese di distanza da quella delibera, però, manca ancora il “via libera”. E il Pd è già all’attacco: “Il presidente Musumeci dica che fine hanno fatto i ristori promessi alle categorie produttive durante l’esame della legge di stabilità”, ha detto il capogruppo all’Ars, Giuseppe Lupo.