Durante l’ultima seduta del Consiglio dei Ministri, che passerà alla storia per le dimissioni di Mario Draghi (poi ‘congelate’ da Mattarella), anche la Sicilia è riuscita a ritagliarsi un quarto d’ora di notorietà. Come? Facendosi impugnare – addirittura – la legge su ‘Riconoscimento e promozione della Dieta mediterranea’ che, secondo Angela Foti di Attiva Sicilia (prima firmataria della proposta) puntava alla promozione della dieta mediterranea “non soltanto per lo sviluppo di percorsi sinergici tra enogastronomia, oleoturismo, agricoltura e turismo in genere, ma soprattutto per evidenziare il ruolo centrale della Sicilia nel Mediterraneo”.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta della Gelmini, ha evidenziato che “talune disposizioni, eccedendo dalle competenze attribuite alla Regione siciliana dallo Statuto speciale di autonomia e ponendosi in contrasto con la normativa statale, violano l’articolo 81, terzo comma, della Costituzione, relativamente alla copertura finanziaria”. Quella proposta dalla Foti e approvata dall’Ars, è una norma che senza soldi non si può attuare. “Questa legge – spiegava la deputata di Attiva Sicilia, che è anche vicepresidente dell’Assemblea – arriva in un momento di grande attenzione da parte delle aree interne siciliane su questo tema, con oltre cento comuni che stanno gettando le basi per il primo parco policentrico mondiale dello stile di vita Mediterraneo”. Per questo tra gli obiettivi della legge “c’è quello di preservare la memoria e l’eredità immateriale”.
La norma, inoltre, avrebbe permesso di avviare diverse iniziative per il coinvolgimento di varie filiere enogastronomiche regionali, con l’obiettivo di sostenere l’agricoltura in chiave multifunzionale e sostenibile. “Per mettere in pratica questo programma – si leggeva nel comunicato del 20 aprile scorso – la legge prevede la realizzazione di studi e ricerche, il coinvolgimento delle università, la programmazione di attività formative e divulgative, la collaborazione con le scuole anche con progetti didattici a tema, l’inserimento di specifiche misure nel Psr Sicilia, l’elaborazione di modelli innovativi di attrazione economica e turistica”. Con quali soldi?